Riflessioni per ri-trovarsi ...

Sovraposizionarsi: alta autostima fragile

alta autostima

Continuando l’articolo di ieri, parliamo oggi di quelle persone che apparentemente sembrano dotate di una grande autostima; queste persone presentano in realtà le stesse fragilità di quegli individui descritti nel post precedente. Tuttavia il loro modo di lottare con i propri dubbi è diverso.

Di qui un’aggiunta di altre caratteristiche più sfavillanti: tentativi di brillare, dominare, farsi amare e ammirare, caratteristiche che si accatastano sopra le inquietudini dell’autostima. Ma, purtroppo, il tutto sfocia in una costruzione sbilenca, che spesso crolla miseramente.

In queste persone, gli sforzi per mantenere l’autostima ad un livello elevato fungono da meccanismo di difesa per non rendersi troppo conto dei propri limiti o per non doverli accettare.

I confronti sociali sono, anche in questo caso, costanti: verso l’altro si diventa gelosi; a volte, per ridurre lo scarto si sminuisce, non innalzando se stessi, ma abbassando l’altro.

Come comprendere e definire queste forme di alta autostima fragile? A seconda dei ricercatori vengono denominate in modi diversi: instabili, insicure, difensive, false …  Tuttavia studiare queste persone non è semplice. Prima di tutto evitano accuratamente ogni tipo di percorso di crescita o psicoterapeutico , in secondo luogo non sanno mai chiaramente loro stesse come funzionano.

Convinti che in materia di giudizio sociale la miglior difesa sia l’attacco, questi soggetti dedicano maggiori sforzi alla promozione della propria autostima che non ad una solida costruzione di essa. Si lanciano volentieri nell’azione, per via delle loro notevoli esigenze di gratificazione, ma soffrono di una forte intolleranza agli insuccessi, s di una complessiva difficoltà a mettersi in discussione: troppo costoso, troppo rischioso.

Di fronte ad un dubbio, cercano di preservare il loro rango ad ogni costo, di assumere la posa, di adottare la postura della dominanza.

Questa sopravvalutazione di sé esprime il tentativo di costruire un “io eccezionale”, personaggio sociale che protegge la persona sottostante, assai più fragile.

Questo “io eccezionale” ha un gran bisogno di riconoscimento distinguendosi dal gruppo : “Se mi accontento di essere normale sprofonderò. Devo mettermi in vista, al di sopra degli altri. Così sarò protetto, e non mi potranno avvicinare troppo, sarò troppo in alto o troppo impressionante. Si vedrà solo la mia immagine, il mio personaggio, che tengo sotto controllo”.

Imporsi per proteggersi ….. Vi è quindi piuttosto spesso nelle forme di alta autostima fragile, un disagio di fronte ad ogni forma di avvicinamento : dal momento che si cerca di costruire un’immagine forte e dominante, la vicinanza e l’intimità rappresentano dei pericoli.

Ovviamente queste strategie generano stress e hanno un costo emozionale molto elevato. L’ossessione di riconoscimento e di prestazione rappresenta un eccesso di investimenti in termini di energia interiore. Di qui  un’usura e un infragilimento, oltre a frequenti manifestazioni ansiose, in concomitanza con le aspirazioni dell’autostima verso l’alto: per paura di non arrivarci o di essere smascherati.

Ma anche un rischio depressivo, in concomitanza con le brusche prese di coscienza della fragilità della propria autostima o in occasione di forti affaticamenti legati alla difesa permanente del proprio personaggio.

Questa forma di alta autostima fragile e il loro logorante sovra posizionamento rappresentano per il soggetto una situazione senza via d’uscita che è addirittura peggiore di quella determinata dalle forme di bassa autostima. Una volta che si è protetti da un simile gioco di ruolo, come si può uscire dal proprio personaggio? Come diventare sinceri ed avanzare a viso scoperto? Dopo che ci si è nascosti per tanti anni e la cosa ha funzionato. E, d’altra parte, perché assumersi un rischio del genere? Che cosa ci si guadagnerebbe???

La figura estrema di questa categoria è il “narcisista” che gli psichiatri definiscono una forma di ipertrofia dell’autostima.

Queste persone sono convinte di essere superiori agli altri , e di meritarsi il meglio: trattamenti migliori, posti migliori. Convinti altresì di dover beneficiare di diritti superiori, dal momento che sono superiori.

Del loro successo non traggono fierezza ma serve solo a gonfiare oltre misura il loro ego. Essi compiono molti sforzi per dimostrare di non essere persone qualsiasi, e cercare di catturare sistematicamente l’attenzione, cosa che peraltro riesce loro spesso, con un certo talento.

Preoccupate di ottenere molto in termini di rispetto e di attenzione, le personalità narcisistiche in compenso non si curano troppo delle nozioni di reciprocità, ascolto ed empatia. L’altro esiste soltanto some spalla, come avversario, come ostacolo.

Il massimo della cecità dell’autonomia. Nessuna via d’uscita, né per resistere né per progredire ….

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