Parole che nutrono

L’ottovolante delle abitudini

ottovolante

Qualche tempo fa  nelle mie solite scorribande in libreria mi è capitato tra le mani un manuale che in primis mi ha colpito per il suo titolo “Ascolta i grilli e scendi dall’ottovolante : manuale di indipendenza emotiva” di Debora Conti coaching e trainer PNL.

Grilli, ottovolanti, indipendenza parole che mi sono risuonate parecchio e metafore azzeccatissime per descrivere l’incessante rumore , come il canto dei grilli d’estate, che spesso producono i nostri pensieri nel cercare una soluzione alle vecchie abitudini, ai ruoli ormai obsoleti, alle continue scelte sbagliate che spesso ci troviamo a fare e rifare come se non riuscissimo a scendere da una immaginaria ottovolante……

“ Perché in alcune circostanze, ci sembra di rivivere sempre la stessa storia, di percorrere lo stesso girone dantesco, di personificare la teoria di Giambattista Vico dei “ corsi e ricorsi storici”, cioè di rimanere sempre uguali a noi stessi?

L’ottovolante rappresenta le abitudini che adottiamo più spesso e le situazioni ricorrenti in cui ci troviamo di frequente.

Conosci i tuoi ottovolanti? Cioè, conosci le tue abitudini? Ti pare di rivivere continuamente situazioni imbarazzanti, pesanti, difficili, noiose, stressanti? Sai il perché?

Un’abitudine è un’azione ripetuta più volte, un comportamento che, tempo fa, abbiamo messo in atto per soddisfare un bisogno. La ripetizione di quel comportamento ha generato un percorso neuronale nel nostro cervello e ora lo attiviamo automaticamente, senza davvero scegliere ogni volta che cosa fare. […]

Tutti noi abbiamo diversi ottovolanti su cui saliamo ormai automaticamente: alcuni ci consentono ancora di soddisfare un bisogno, altri non più, perché li abbiamo talmente generalizzati e messi in atto che non ci danno più quello che ci davano prima.

Tutti noi, inoltre, abbiamo svariati ottovolanti utili e alcuni non utili.

Per utile intendo un comportamento che ti offre un vantaggio a breve e anche a lungo termine.

Non utile o non più utile è invece un mezzo che non rispetta più il tuo senso di libertà, di benessere, di miglioramento.

Ci serviamo dei termine “utile” e “non utile” perché sono più efficaci di “buono” e “cattivo” o “positivo” e “negativo”. Ciò che è utile al tuo benessere può infatti essere quantificato senza margini di errore in base ai vantaggi che ti può portare. L’utilità è quindi un’unità di misura oggettiva, mentre buono, cattivo, positivo e negativo implicano sempre un giudizio soggettivo.[…]

Quando un comportamento non dà più alcuna utilità diventa una NON scelta, una sorta di “aspirapolvere succhia libertà”, una negazione del proprio potere di scelta.

Qualsiasi azione svolta per soddisfare un bisogno – star bene, dedicare un momento a se stessi, rilassarsi, prendersi del tempo , coccolarsi – rimane utile se compiuta per scelta e in libertà. Diventa invece “un aspirapolvere succhia libertà”, un’abitudine non utile, quando non funziona più: non ci si accorge di farla, non la si vuole fare e non ci si ricorda nemmeno più quale stato emotivo ci si aspettava da quella azione.[…]

Come si può smettere di fare una cosa che non desideriamo più fare, ma che abbiamo fatto per così tanto tempo che è apparentemente più forte di noi? Come è possibile scendere da un ottovolante che non ci diverte più?

La risposta è: usando la tua mente conscia per aiutare la tua mente inconscia.

( la mente inconscia è quella parte della mente preposta alla gestione del respiro, del flusso sanguigno, dalla salivazione, del metabolismo, del sistema endocrino, delle emozioni; essa coordina tutte le nostre azioni automatiche e le abitudini. Una volta appreso un comportamento e immagazzinatolo in memoria, noi (la parte conscia, cognitiva, pensante) decidiamo che possiamo smettere di pensarci e inseriamo il pilota automatico, la parte inconscia.)

In altre parole: tu che leggi, tu che pensi, tu che immagini, tu che crei, insomma tu che sei la parte conscia di te stesso è necessario che impari a parlare con l’altra parte di te (quella inconscia) che ogni tanto sembra si faccia gli affari suoi.”

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Primo passo: conoscere i propri ottovolanti , quelli da cui vuoi scendere da sempre.

Prendere consapevolezza delle tue “abitudini” ormai diventate disfunzionali è fondamentale per decidere di cambiare ri-trovando la vera parte di te …..

Prova ora, se ti va, a pensare ai tuoi ottovolanti non più utili, quelli da cui vuoi scendere ma ti sembra di non riuscirci e appuntali su un foglio….

Poi prova ad esercitarti pensando al passato… prova a pronunciare i tuoi ottovolanti al passato usando il tempo imperfetto e ascoltati…. Cosa senti? ….

Ecco il primo passo è stato fatto e spesso è proprio questa la differenza…..

 

Per approfondire:

Debora Conti – “Ascolta i grilli e scendi dall’ottovolante” – Ed. Sperling & Kupfer

 

 

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