Prima di tutto bisogna tener bene a mente che il Counselor è una guida, non il mago con la bacchetta magica o il “salvatore” che vuole a tutti i costi trovare la soluzione adatta a ciascun problema che il cliente porta nel setting.
Il Counselor è colui che facilita al cliente l’accesso alle sue risorse, è un sostegno, NON attua ristrutturazioni del profondo, compito dello Psicoterapeuta.
La responsbilità del Counselor rispetto al cambiamento del comportamento del cliente è limitata, infatti egli è pienamente responsabile della propria vita e se non mette in discussione i propri meccanismi provando a cambiarli, mettendosi in gioco, gli verrà rimandato questo aspetto di evitamento chiedendogli se la motivazione nel cambiamento è ancora valida come nel momento in cui si è rivolto a noi.
Il Counselor a mediazione artistica ha uno strumento in più per agevolare il cliente in un periodo di impasse della sua vita: l’immagine, il prodotto artistico, che porta con sè una distanza emotiva la quale aggirando le difese permette di guardare con più tranquillità il problema e di verbalizzarlo prendendone coscienza e dandogli un nome.
Il Counselor orientato all’espressione può vedere (Counselor come spettatore di quello che il cliente rappresenta) alla comunicazione del cliente come se fosse un’opera d’arte, per poter com-prendere successivamente dove nella rappresentazione estetica ci sono aspetti significativamente relazionabili a difficoltà esistenziali.
Per comunicazione estetica si intende tutto ciò che anima l’inanimato che rende viva l’immagine, (dalla palude di situazioni complesse emerge un qualcosa che diventa “figura” – dal limo della palude dell’inconscio sorge la ninfea – Jung) il prodotto attraverso un esercizio di proiezione precede e amplifica la comunicazione attraverso la parola.
Lo sforzo sarà quello di costruire una alleanza creativa con il cliente, in modo poi di riproporla all’esterno. La comunicazione estetica ha in sè il potenziale di tirare fuori dal pozzo dei significati inconsci quello che sta nell’ombra rendendolo vivo ed è in questo spazio (area transazionale) che può avvenire il gioco, lo scambio e dove c’è la possibilità di ristrutturare e cambiare.
Da un punto di vista di orientamento “diagnostico”, al di là della sublimazione (meccanismo di difesa fisiologico dell’essere umano) proposto dalla psicoanalisi, le forme estetiche permettono di raggiungere il cuore del problema (la creatività crea un approccio nuovo ad un problema rigido che non sa come fare ad evolvere) per lavorarci: il cliente e il Counselor attraverso l’esplorazione e la consapevolizzazione per produrre un cambiamento evolutivo.
La psicologia della Gestalt, con lo studio sulla percezione e la focalizzazione dell’attenzione sull’emergere della figura da uno sfondo indistinto nonchè per l’attenzione al vissuto emotivo emerso e riletto attraverso il modello del ciclo del contatto, può offrire una buona griglia di sostegno cognitivo per la successiva esplorazione del lavoro.
Il Counseling diviene allora un modo per permettere al cliente di poter creare la sua personale forma per un processo di approccio ai blocchi, alle interruzioni e per una reale trasformazione evolutiva del problema presentato. L’arte può esplorare ad un livello più profondo senza la necessità di manipolare il linguaggio.
L’arte è spaziale e non ha l’elemento tempo e quindi un disegno può rappresentare molti aspetti della vita contemporaneamente mentre la verbalizzazione è una forma più lineare di comunicazione.
Per riassumere l’ArtCounseling è una particolare modalità di intervento di sostegno (NON di psicoterapia), che si avvale di tecniche artistico-espressive come strumenti di espressione e comunicazione.
L’atto creativo esperito all’interno di un contesto protetto, facilita il contatto con le emozioni e permette di mobilitare le risorse personali per ampliare l’autoconsapevolezza, per affrontare difficoltà emergenti in qualunque momento della vita o per incrementare il ben-essere personale.
Riassumendo, possiamo dire che il Counseling Espressivo è:
CREATIVITA’= intesa sia come atto creativo che il cliente fa nel produrre immagini, sia come il patrimonio universale di autorigenerarsi che ciascuno ha dentro di se’: “creativo di sè stesso”
COMUNICAZIONE= gran parte degli argomenti difficili da trattare verbalmente trovano la via per esprimersi nella comunicazione simbolica. La creazione di un oggetto infatti ci permette di prendere le distanze da cio’ che ci provoca angoscia e dolore ma nello stesso tempo ne agevola la consapevolezza.
CONTENIMENTO= capacita’ di “contenere” i sentimenti difficili che possono affiorare nel corso del lavoro, sia nella creazione di un “setting” specifico che conservi gli oggetti del cliente, sia da parte del Counselor che riceve le immagini del cliente.
CATARSI= momento di liberazione che si realizza durante il processo di esternalizzazione dei sentimenti negativi, aggressivi o confusi, attraverso l’uso di tecniche artistiche piu’ facilitanti di una comunicazione verbale.
CAMBIAMENTO= possibilita’ di cambiare “il copione” della propria