La formazione in Counseling Artistico/Espressivo

Qualche chiarimento ……

Vorrei spendere due parole per quanto riguarda la formazione in Counseling Espressivo perchè a parer mio c’è un po’ di confusione in merito.

Il Counseling Espressivo è quell’ambito del Counseling che “può usare” il medium artistico/espressivo nel colloquio di Counseling al fine di agevolare la consapevolezza, la riscoperta di risorse e l’autodeterminazione del cliente così da renderlo respons-abile e padrone della sua vita.

Questo comporta una bi-formazione, ossia, la capacità da parte del futuro Counselor di sostenere il Colloquio nelle sue varie fasi e in più ( quando si ritiene opportuno e facilitante la presa di consapevolezza) di inserire il medium espressivo attraverso la tecnica più adatta al momento.

Quando si inserisce il mezzo espressivo, che porterà alla creazione di un prodotto da parte del cliente, il setting, la comunicazione e la relazione tra Counselor e cliente cambia.

Da relazione e comunicazione a due diventa relazione e comunicazione a tre: cliente, counselor e prodotto, quest’ultimo a tutti gli effetti terzo “soggetto” nel setting.

Anche le regole e i passaggi che determinano lo scambio comunicazionale cambiano.

Nella prima parte del processo si passa da un linguaggio prettamente verbale ad un linguaggio per lo più non verbale e visivo che ha un proprio alfabeto da conoscere; per poi tornare ad una narrazione in cui la triade relazionale (counselor, cliente “oggetto-soggetto”) si scambia i ruoli in una sequenza transazionale fatta di momenti specifici (comunicazione espressiva, comunicazione simbolica, comunicazione interattiva).

Ecco quindi che il setting diventa anche “spazio transizionale” dove l’oggetto-soggetto creato dal cliente , svolge il ruolo di traghettatore di senso, che attraverso la dimensione creativa, gli permette di superare l’impossibilità di trovare la parola giusta.

E lo spazio della relazione tra counselor e cliente diventa spazio del possibile in cui nulla è sicuro se non la possibilità stessa di far sì che molteplici eventi trovino un adeguato contenitore.

Tutto questo va imparato e sperimentato!

Per non parlare poi delle tecniche e dei materiali ….. tanti, da saper introdurre nel Colloquio scegliendo i più opportuni in quel momento.

Tecniche per lo più mutuate dai grandi movimenti artistici del 900′ e non vuoi sapere da dove derivano gli strumenti di cui ti servi nel tuo colloqui?

Ecco che la formazione in Counseling Espressivo diventa anche formazione artistico/espressiva fatta di teoria , di storia dell’arte, di uso sapiente dei materiali, ognuno dei quali potrebbe essere la famosa “lampadina di Archimede” per il nostro cliente.

E’ sicuramente una formazione che richiede impegno, motivazione e tanta passione. Le ore da dedicare allo studio e alla pratica sono molte.

La necessità di queste parole perchè a volte mi sono sentita apostrofare …. “Ah si, tu sei quella che fa fare i disegnini ……..”

oppure ….. ” Ah ma i tuoi allievi fanno fare solo disegni, e se uno non li vuole fare?….”

Sono fermamente convinta che non si possa usare lo strumento artistico/espressivo nella relazione d’aiuto dopo due lezioni inserite in un corso Triennale di qualsiasi approccio teorico.

Il medium espressivo apre mondi, che devono essere facilitati con cura conoscendo BENE il linguaggio con cui si presentano.

Ogni opera è un messaggio anche se non sempre voluto consciamente; certe difficoltà, emozioni e dolori vengono trascinati dalle linee e dai colori. In ogni lavoro ci sono due parti: una in primo piano e una più nascosta e il cliente prova una certa soddisfazione quando riscontra tra la propria opera e i suoi intenti rappresentativi una certa corrispondenza.

Quindi vi prego, trattate con rispetto il lavoro Espressivo nel Counseling formandovi seriamente con studio, pratica e aggiornamento costante.

Grazie ❤