“Siate felici! E se qualche volta la felicità si scorda di voi, voi non vi scordate della felicità” R.Benigni
Vivere la vita animati dalla gioia di vivere a volte sembra più facile a dirsi che a farsi. Ogni persona cresce e cambia seguendo un ritmo che gli è proprio. Tuttavia quando intraprenderete il vostro personale processo seguite subito la voglia di rallegrare la vostra vita, battete il ferro finchè è caldo. Mentre ne gusterete i benefici, la vostra gioia di vivere traboccherà e, chissà, forse avrà l’effetto di colorare la vita delle persone intorno a voi.
Per avanzare verso la “gioia di vivere” sono necessarie tre condizioni:
- Volere e Credere: nessuno all’infuori di noi può darci la gioia di vivere; così come nessuno all’infuori di noi può trasportarci fuori dalla nostra “infelicità di vivere”. La gioia di vivere è soprattutto e innanzitutto un fenomeno interiore, la qualità del contatto con se stessi, uno stato dello spirito. La gioia di vivere è una scelta: voler provare il piacere, la gioia, la felicità, la leggerezza, la facilità, la creatività, “il paradiso nella propria vita”, e credere che la gioia di vivere nella vita di ogni giorno sia possibile. Concedersi la gioia di vivere significa riconoscersi il diritto di star bene in ogni istante della propria vita e di “scegliere” di conseguenza ciò che fa piacere, ciò che ci fa bene, invece di subire la vita brontolando passivamente. La gioia di vivere è una serie di piccoli piaceri, di momenti di qualità, di gioia pura e gratuita. La sua definizione varia con il tempo, con l’età, con le fasi della vita. Una scelta straordinaria fatta due anni fa, oggi potrebbe rivelarsi non gratificante. Ecco perché è sempre meglio chiedersi cosa ci fa star bene nel presente.
- Entrare in contatto con la propria anima: questo non ha niente a che vedere con la religione o con Dio, in nessun senso. L’anima è quell’ essere che vive nella parte più profonda di noi. L’essere che apprezza, che ama, che sta bene. Chi vive in noi senza artifici né complessi. L’essere che ritroviamo quando siamo soli, quello che ci consola, che ci consiglia, che ci protegge. L’anima ama la pace, la gioia, la calma, l’armonia, la contentezza. Quando le si lascia tutto lo spazio può esprimersi con un grande spiegamento di forze lasciando al suo passaggio momenti di eternità. Attenzione, non parlo dell’ego che, invece riflette la personalità, l’orgoglio, la sensibilità umana, i processi di reazione e, talvolta, i conflitti non risolti con se stessi.. Di solito quando l’anima non viene interpellata è l’ego che parla. Essere in contatto con la propria anima significa intraprendere la strada della serenità interiori. L’ego vive ad una frequenza energetica più bassa, come nelle situazioni di conflitto in cui si può sentire tensione, disagio, malessere. L’anima vive ad un livello energetico più elevato, come nei momenti di armonia in cui si sente un’energia vivificante piena di luce. Come si può fare quindi per aumentare queste “vibrazioni “ buone nutrendo di conseguenza la nostra anima? Cercando il piacere, le attività in cui ci sentiamo bene, in cui ci si sente in pace e armonia con noi stessi. Provate a fare la lista delle situazioni in cui vi piacerebbe trovarvi e concedetevi questi piaceri il più spesso possibile. Solo dopo passeremo a risolvere i problemi. Di solito, invece, si fa il contrario. Prima si gestiscono i problemi, poi ci si gratifica. Per un miglior risultato, prendetevi innanzitutto cura di voi. Consultate la vostra anima e chiedetele di cosa ha bisogno, di cosa ha voglia. Ascoltate la sua risposta e agite di conseguenza. Gioia di vivere istantanea garantita. Per fare questo basta semplicemente interrogare la vostra “vocina interiore”, chiedetele di cosa ha bisogno per stare bene
- Impegnarsi a scegliere la gioia di vivere: sugli aerei, quando spiegano le procedure di sicurezza ai passeggeri, si chiede ai genitori di mettersi la maschera per l’ossigeno prima di metterla ai figli. Ebbene, lo stesso vale per l’acquisizione della gioia di vivere. E’ necessario scegliere la gioia di vivere innanzitutto per noi stessi, prima di pensare a rendere felici gli altri. Perché purtroppo la felicità non si vive per interposta persona. La felicità vissuta per procura è una tiepida compensazione, che, presto o tardi, chiede il conto e spesso porta delusioni. Eccoci dunque alla fase principale da cui tutto può avere inizio l’Impegno con noi stessi ….
IO ____________________ mi impegno, a partire da oggi, a fare le cose più indicate per provare gioia nella vita quotidiana, a prendermi cura di tutto il mio essere come non ho mai fatto prima.
Comprendo che durante il percorso di apprendimento della gioia di vivere potrò attraversare un certo periodo di transizione, nel corso del quale potrò vivere emozioni e reazioni nuove per me o per chi mi è vicino. Allora mi tratterò con amore e com-passione in modo da gestire adeguatamente queste situazioni.
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E tu cosa aspetti a impegnarti??????