L”Attimo fuggente”, stupendo film di Peter Weir del 1989, reso a me ancora più caro dopo la scomparsa di Robin Williams, racconta di Welton, uno di quei collegi maschili severi e chiusi al libero arbitrio, alla fantasia, all’immaginazione.
In fredde aule di studio si delineano le storie di un gruppo di ragazzi durante un anno che cambierà la loro vita. Ognuno con un suo passato, ognuno con delle ambizioni per il futuro, ognuno con una famiglia alle spalle ingombrante, onnipresente e calcolatrice. E nella vita di questi ragazzi entra un uomo, un professore ex alunno, Mr Keating che insegnerà a ciascuno a vivere al di fuori dei rigidi schemi di un grigio edificio, a tentare, rischiare, a “succhiare il midollo della vita”, rivelando loro la bellezza del mondo. Senza una pretesa di sudditanza o idolatria Keating mostra a chi lo segue la possibilità di essere liberi rendendo straordinaria la propria vita.
L’”Attimo fuggente” è uno splendido modello anche per un altro insegnamento di grande valore: “pensate a quello che volete essere perché siamo cibo per i vermi”, “anche voi dovete trovare la vostra voce, il vostro potenziale”. Il Prof. Keating invita i suoi studenti a rendersi protagonisti della propria vita, a trovare quello che piace fare ed esprimerlo, a scovare i talenti naturali di cui siamo dotati. Dunque, passioni e talenti: due cardini dello star bene con se stessi.
- Talenti : doti naturali con cui nasciamo
- Passioni: ciò che ci piace e adoriamo fare
Entrambi contribuiscono a renderci unici.
Per cosa sei portato? Cosa fai naturalmente bene? Probabilmente ci pensiamo troppo poco, ma ognuno di noi nasce e cresce con dei talenti. Doni innati, inclinazioni a riuscire in qualcosa senza sforzi, sudore o studio.
Non è fantastico sapere di possedere un’abilità o anche più di una, senza doversi applicare? Un talento è come il colore degli occhi, l’altezza o una di quelle voglie che colorano la pelle: senza averli desiderati o scelti ci accompagnano, fanno parte di noi dal momento in cui veniamo al mondo e per il resto della nostra esistenza.
In molti si domandano: “Talenti? Io? Naaaa, io per riuscire in qualcosa devo provare, provare, provare e riprovare”. Questo perché comunemente associamo i “doni” al genio matematico, alla vena poetica, alla capacità di riuscire egregiamente in qualche sport.
Quello del talento è un contenitore ben più ampio, anche se non siamo abituati a riconoscerlo: raccontare barzellette (facendo ridere chi ascolta), usare la voce per affascinare chi ascolta, disegnare, usare il computer, parlare in pubblico con la stessa sicurezza con cui chiacchiereresti con un’amica, creare empatia con gli altri, avere una visione di insieme delle situazioni o al contrario notarne i dettagli e gli aspetti specifici, saper ascoltare, avere il pollice verde, avere la capacità di riflettere su se sessi e conoscersi, essere creativi, essere pragmatici, motivare gli altri …. E non sono finiti, la lista è lunghissima!!!
“Se facessimo tutto ciò che siamo capaci di fare, rimarremmo letteralmente sbalorditi” Thomas Alva Edison
Le passioni invece sono la miccia che causa l’esplosione: quando ami fare qualcosa non c’è impegno che tenga, ostacolo, stanchezza o altro.
Cosa ti piace fare??
Anche in questo caso le alternative sono molte: lo sport, viaggiare, modellismo, cucinare, scrivere, dipingere, arrampicarsi, guidare, andare per funghi, ballare, camminare, scoprire cose nuove ….
A differenza dei talenti però, le passioni non hanno nulla in comune con la capacità di riuscire naturalmente. L’amare qualcosa non implica alcun risultato o efficacia nell’essere in grado di realizzare ciò che piace.
Posso adorare di andare in canoa, ma essere completamente negata, priva di tecnica o di stile e continuare imperterrita a pagaiare ogni domenica solo perché adoro farlo. Così come ci sono patite della cucina che passano ore tra i fornelli e impasti, senza alcuna soddisfazione per gli invitati a cena.
A volte però accade anche il contrario: persone che amano cantare, studiano , si applicano e riescono ad incidere un disco, poi due, tre e fanno della loro passione anche il mestiere della loro vita. Perché facendo qualcosa che viene da dentro con ardore e motivazione, il tempo non sarà perso. MAI!!
Ora prova a pensare: quando lavori su un punto debole per migliorarlo, ottieni un punto debole “un po’ più forte”. Quando lavori su un talento o su una capacità su cui sei forte, dai cosa ottiene? Un’area di eccellenza, un’area dove fai la differenza rispetto al resto del mondo rendendo la tua vita un’opera sempre più straordinaria …
Certo, è importante lavorare sui punti deboli perché, soprattutto se ci appassionano, avremo maggiori possibilità di migliorarli. Ma i punti di forza … ah, quelli sì che si trasformano in aree di eccellenza.
Purtroppo la maggior parte delle persone conosce i propri punti deboli ma non quelli forti: il solito discorso del “ignora te stesso”.
E tu che mi leggi … quali sono le tue passioni ??? E i tuoi talenti ????
“ Solo chi si conosce è padrone di se stesso”
Pierre de Ronsard