E continuando a viaggiare sulla strada che porta alla libertà e all’autonomia affettiva , incontriamo un altra grande risorsa che ci può aiutare nel cammino: l’intelligenza emotiva.
L’intelligenza emotiva è la capacità dell’individuo di gestire le proprie emozioni così da agire in maniera coerente in funzione di quello che è e compiere scelte che gli siano favorevoli.
Sviluppare la propria intelligenza emotiva richiede una buona dose di attenzione verso i propri veri sentimenti, in modo da identificarli, esaminarli e farne un’analisi lucida.
Numerosi fattori influenzano l’intelligenza emotiva di una persona. Il fatto di essere cresciuta in un ambiente sano, di aver potuto appropriarsi degli strumenti necessari durante la sua crescita o di aver progredito sul piano personale rappresentano fattori che facilitano lo sviluppo di questo tipo di intelligenza.
L’intelligenza emotiva è la capacità di descrivere le emozioni a parole, di inquadrarle con sufficiente precisione per poterle esprimere nella maniera più “sana” e coerente possibile. Riuscendo a distinguere le emozioni, diventa più facile esternarle e comunicarle apertamente. Abbiamo così una migliore comprensione di quello che viviamo e siamo meno prigionieri dei nostri turbini emotivi.
Se riusciamo poi a identificare e a isolare le emozioni dominanti è più facile capire ciò che viviamo individuando così più chiaramente quello che succede nel nostro universo interiore. L’acume che sviluppiamo viene applicato anche a coloro che ci circondano. Acquisiamo una sensibilità particolare che ci permette di capire più facilmente quello che vive l’altro e quello che tenta di esprimere; il mondo delle emozioni ci è meno alieno.
Avere una migliore comprensione del nostro vissuto emotivo ci permette di collegare le emozioni ai pensieri. Le emozioni influenzano i pensieri, le azioni e le percezioni. Più facilità abbiamo a decodificare rapidamente le nostre emozioni e più siamo consapevoli del loro impatto sui nostri pensieri.
Sviluppando la nostra intelligenza emotiva, siamo così maggiormente in grado di vedere il collegamento tra quello che viviamo e quello che pensiamo; i nostri pensieri possono allora influenzare positivamente le emozioni, permettendoci di prestare più ascolto ai nostri sentimenti e di cercare di armonizzarli con le nostre azioni. Tutto questo si manifesta soprattutto quando compiamo scelte coerenti con quello che avvertiamo. Ci concediamo il tempo di decantare prima di prendee decisioni, di ascoltare maggiormente con il nostro cuore. Rimanendo ricettivi, vigili e paerti a quello che le nostre emozioni hanno da dire, invece di crogiolarci nel diniego e di fuggirle, permettiamo alla nostra intelligenza emotiva di svilupparsi finendo per essere molto più in armonia con noi stessi e migliorando il nostro modo di comunicare.
Essere all’ascolto di sé per il dipendente affettivo, che spesso si sente confuso sul piano emotivo, è qualcosa da imparare.
Quando le emozioni si presentano in blocco e il dolore che le accompagna è forte, la paura sovente fa in modo che tutto venga represso. Può succedere che una situazione vissuta faccia talmente male che non si sa da quale parte iniziare per districare questo groviglio di emozioni e pensieri.
Anni trascorsi ad evitare le nostre emozioni ci allontanano dai nostri bisogni, da quello che siamo. Più prendiamo in considerazioni il nostro sentire, più la comunicazione con noi stessi migliora, cosa che esercita ripercussioni favorevoli sul nostro modo di comunicare con chi ci sta vicino. Essere all’ascolto di sé apre la porta ad una comunicazione più autentica con l’altro: ci apriamo ed in questo modo invitiamo l’altro ad aprirsi.
Quantunque sia ipersensibile ai bisogni e alle aspettative altrui, il dipendente affettivo scarseggia in quanto a comunicazione. Dato che dubita di se stesso ha paura ad aprirsi e ad esternarsi. Più impara a conoscersi e a stimarsi, più va diritto al punto. Si creano così comunicazioni più chiare con gli altri. La comunicazione è sempre meno inquinata dal filtro della dipendenza.
Prestando più attenzione, il dipendente affettivo sviluppa una migliore qualità dell’ascolto e questo risana il suo rapporto in quanto, come ben sappiamo, la comunicazione rappresenta il cemento di una relazione ….