Quanti dei nostri pensieri sono davvero nostri e quanti sono invece frutto di condizionamenti?
La sproporzione è impressionante: sin dalla più tenera età ci vengono proposti modelli e schemi, e sostanzialmente questo continua per il resto della nostra vita. Certo, impariamo a leggere, a scrivere, a fare i conti, storia, geografia e tante cose ancora, e impariamo a come usare il computer o come guidare l’automobile. Impariamo soprattutto a copiare esattamente, mentre viene poco o per nulla favorito il pensiero autonomo.
Anzi, spesso, questo viene vissuto come scomodo e potenzialmente pericoloso. Le rivoluzione non sono forse nate tutte da pensieri fuori dagli schemi imposti?
Questo pensiero condizionato è particolarmente nefasto per quanto riguarda l’opinione degli altri su di noi: perché senza neppure accorgerci l’abbiamo fatta nostra ogni giorno della nostra vita.
Il più potente freno al cambiamento da parte nostra è proprio l’opinione ormai preformata degli altri e il nostro accordo, consapevole o più spesso inconsapevole, su di essa.
Come mai restiamo poco soddisfatti dalla maggior parte delle nostre fotografie e dei nostri video? Una delle ragioni è certamente che noi ci vediamo in modo diverso da quello che può essere un punto di vista esterno. Eppure finiamo con il fare nostre, senza accorgercene, le opinioni che gli altri hanno su di noi, a partire dai genitori.
Per modificare questo stato di cose e decidere davvero noi stessi come vogliamo essere, può essere utile un primo esame: capire come davvero ci vedono gli altri.
Non è facile, perché le emozioni, i sentimenti di discrezione, di timore, di rivalsa e molti altri ancora rischiano di inficiare i giudizi espressi anche dalle persone più vicine a noi.
Un piccolo trucco è la compilazione di un elenco, volutamente neutro e piuttosto lungo, di caratteristiche, in cui si dà il meno possibile una valenza ai singoli aspetti del carattere e degli atteggiamenti personali; ad esempio:
- Comprensione dei problemi degli altri,
- obiettività di giudizio,
- modestia,
- cura della propria persona,
- memoria,
- modo di dare collaborazione,
- modo di ascoltare,
- modo di parlare,
- atteggiamenti,
- abitudini,
- preferenze,
- piccole manie,
- senso di responsabilità,
- disponibilità,
- ospitalità,
- generosità,
- modo di reagire in situazioni di stress, situazioni affettive, situazioni quotidiane.
Allungate l’elenco a piacere; potete mescolare le voci oppure raggrupparle.
Poi pregate diverse persone di leggerlo attentamente e di sottolineare con una matita verde quegli aspetti di voi che a loro piacciono e che magari vorrebbero rinforzare; e con una matita rossa gli aspetti critici, cioè quelli che non condividono.
Questo esercizio ha il vantaggio di non mettere in imbarazzo la persona intervistata e di causarvi minore coinvolgimento emotivo alla lettura; e al tempo stesso, specie se confrontate i risultati di diverse “interviste”, potete formarvi un’idea abbastanza chiara circa l’opinione degli altri sul vostro conto.
Non piacete a tutti? Pazienza! In fondo, a voi piacciono proprio tutti?
Inoltre siete d’accordo con quanto gli altri dichiarano di pensare su di voi? Attenzione, non è affatto detto che loro vi vedano nel modo più giusto, ma sarà comunque difficile togliere quella etichetta che ormai, nella loro mente, vi hanno messo.
E il vostro problema sta non nel convincerli che si sbagliano ma nel vedervi per quello che realmente siete e soprattutto per quello che potete diventare avendo fiducia nel vostro potenziale….
…. Segue nel prossimo post