Attraverso la poesia si possono creare immagini di sé molto suggestive. Immagini che illuminano una parte di noi, quella creativa, magari tenuta sopita per troppo tempo o poco utilizzata.
Vorrei oggi proporvi un “gioco” con le parole, che come un pennello intinto nel colore tratteggeranno il nostro sentirci simile a ..….
La poetessa Emily Dickinson scrisse una poesia intitolata semplicemente Rosa dove nei versi utilizza alcuni accorgimenti che potremmo prendere a prestito per il nostro gioco:
Rosa …
Un sépalo e un petalo e una spina
In un comune mattino d’estate,
un fiasco di rugiada, un’ape o due,
una brezza,
un frullo in mezzo agli alberi.
E io sono una rosa!
Il sépalo del primo verso è la parte della rosa in cui ci sono le foglioline che formano il calice del fiore.
Come potete vedere ci sono sei versi. Questi sei versi però rimandano a immagini precise:
Primo verso => parti di cui è costituita la rosa
Secondo verso => momento in cui viene osservata
Terzo verso => elementi diversi vicini e nei dintorni della rosa
Quarto verso => elementi vicini alla rosa
Quinto verso => elementi vicini alla rosa in cui è coinvolto l’udito
Sesto verso => identificazione con la rosa
Se proviamo a seguire le “istruzioni” che ci dà Emily potremmo comporre anche noi una poesia identificandoci con ciò che vorremmo essere o che sentiamo in questo momento o ancora che ci piace e ci procura felicità … il vento … il mare … un colore …. una nuvola ….
Procediamo così:
- Pensa a quale elemento della natura, oggetto, animale potresti assomigliare e descrivine le caratteristiche
- Fissalo in un momento della giornata
- Descrivi ciò che sta attorno alla cosa che descrivi, se ad esempio parli di acqua ci saranno pesci o la battigia o i gabbiani o un rubinetto ….
- Infine dichiara cosa sei diventato …… e ascoltati …
Ecco la mia … Acqua
Acqua
Un po’ d’azzurro pennellato, trasparenze
in un mattino al sorgere del sole
Una calma distesa che brilla,
un tremolio leggero,
un pesce guizza, la sua pinna si specchia, luccica.
E io sono l’acqua!