La vita non è un avere e un prendere, ma un essere e un diventare. M. Loy
Siamo tutti ossessionati dalla quantità.
Quanto vale, quanto valgo, quanto mi ami, quanto manca, quanto mi manchi, quanto peso, quanto costa, quanto possiedo, quanto piaccio, quanto mi piace …..mescolando fattori emozionali con questioni pratiche, spesso confondendone i piani.
La quantità è diventata un’attrazione fatale da cui fatichiamo a distoglierci. Sarebbe bene quindi fermarsi un attimo a riflettere su come mai la nostra attenzione sia più delle volte catturata dalla quantità.
Le ragioni possono essere molte: la smania di possesso, il bisogno di controllo, la competizione per il potere etc….
Per quanto ci abbiano da più parti ripetutamente messi in guardia rispetto al rischio di confondere l’Essere con l’Avere, ancora facilmente cadiamo nella trappola. E continuiamo a quantificare, per certificare un possesso che, seppur a torto, ci fa sentire più forti, più importanti, decisamente più sicuri.
Abbiamo la convinzione di valere quanto più possiamo contare su benefici, titoli, proprietà ma anche conferme, riconoscimenti, approvazioni. In un accumulo quasi seriale di “averi” che sembrano non dover bastare mai a rassicurarci.
Puntiamo alla conquista di risultati che dovrebbero servire a dimostrare il nostro successo, la nostra realizzazione e in nome di ciò miriamo a quanto c’è di più appariscente e tangibile.
Sacrifichiamo a volte il nostro benessere fisico per raggiungere quelle vette quantitative, le sole capaci, a nostro avviso, di placare la fame di riconoscimento.
“Sono in quanto ho” e questo in un loop infernale che richiede ogni volta prestazioni migliori per ottenere di più.
Il continuo rincorrere una meta che spostiamo sempre più avanti si inghiotte la soddisfazione per ciò che si raggiunge, mandando sullo sfondo il risultato considerato unicamente nella sua valenza di nuovo inizio e non vissuto per la gratificazione che può portare con sé.
In questa folle corsa, destinata a rimanere tale, l’energia vitale si esaurisce l’ambiente ci invade e la nostra “abilità di risposta” viene meno. Risultato? Il nostro progressivo prosciugarci perdendo sempre più di vista quello che siamo e quello che abbiamo raggiunto.
Questo ossessivo bisogno di quantificare vale naturalmente anche per gli stati emotivi e gli affetti in particolare.
Siamo continuamente alla ricerca di attestazioni che ci convincano dell’intensità dei sentimenti che gli altri nutrono nei nostri confronti.
Nelle relazioni di coppia, sottoponiamo spesso il nostro partner ad assillanti prove d’amore e di fedeltà volte a rassicurarci.
Vogliamo essere sicuri, pensare di avere il controllo delle situazioni. Abbiamo bisogno di domandare “quanto?” nella speranza di poterci assicurare un grado di conoscenza più elevato così da poter gestire le diverse variabili in gioco in qualsiasi circostanza.
Pensiamo che il “sapere” e la “conoscenza” ci diano quel vantaggio necessario a prevenire, per quanto possibile, l’accadere degli eventi anche in quei contesti, come i moti del cuore, in cui i dubbi e le incognite regnano sovrane.
Il “quanto mi ami?” diventa il tormentone non solo della pubblicità ma anche di molte vite di coppia, risultando, il più delle volte, un enigma impossibile da risolvere. Nessuna risposta al quesito può essere davvero convincente, e anche se questo lo sappiamo molto bene, tuttavia non rinunciamo al tentativo di misurare l’amore di cui siamo fatti oggetto da parte degli altri.
Forse a questo punto è necessario riappropriarci della nostra Essenza, quella parte che fa di noi l’essere Unico che siamo e che è Valore a prescindere dal “quanto”.
Quella parte il cui riconoscimento non si può deputare all’esterno; che nasce e cresce nell’accettazione costante e amorevole di noi stessi.
Quella parte che c’è e ci sarà sempre e che non ci lascerà mai soli .
L’Essenza dove risiede la nostra divinità, quel luogo sacro e inviolabile da cui parte la nostra espansione e a cui si ritorna in un ciclo continuo di pieni e vuoti.
E allora e solo allora non avremo più bisogno di quantificare e finalmente potremo dire con il cuore:
Io Valgo ….. in quanto Sono!
” io Valgo perchè esisto, perché vivo, perché respiro, perché sento, perché penso …”
Ricordiamolo sempre: NOI VALIAMO …. Anche se non abbiamo realizzato niente di importante, anche se siamo una frana, anche se siamo l’ultima persona sulla terra.
E guai a chi ci dice il contrario , anche noi stessi …