Riflessioni per ri-trovarsi ...

Autostime vulnerabili: quelle basse e quelle false

autostima alta bassa

Immagine: Simon Howden / FreeDigitalPhotos.net

“Lo spirito del dubbio sospeso

sopra la mia testa, veniva a instillarmi

nelle vene una goccia di veleno..”

A.de Musset

Molti di noi soffrono di una forte sensazione di vulnerabilità. In questo caso ci sentiamo minacciati dal semplice svolgersi della vita quotidiana e delle sue vicissitudini: i piccoli rischi ai quali ci si espone (sbagliare, fallire, avere torto, trovarsi coinvolti in una situazione competitiva ..) evocheranno per noi altrettante minacce.

Questa sensazione di fragilità può portarci a compiere mille errori: il primo è quello di porre l’immagine e l’autostima al centro delle nostre preoccupazioni e dei nostri sforzi, dal quale deriva la segreta ossessione di sé. Il secondo risiede nella tentazione di difendere a ogni costo la propria autostima e di ricorrere in modo sistematico ad un atteggiamento offensivo (per promuoverla) oppure difensivo (per proteggerla).

Queste due strategie differiscono esteriormente, ma in realtà poggiano sulle stesse basi: una sensazione di vulnerabilità, consapevole nel primo caso, che è quella delle forme di basa autostima, e meno consapevole, se non addirittura totalmente inconscia, nell’altro caso, che è quello delle forme di alta autostima fragile.

Che siano autostime alte e fragili o basse, questi due profili di autostima sono così vicini che a volte si può assistere ad un passaggio dall’uno alla’altro a seconda dei periodi della vita.

D’altro canto questi due profili possono anche coesistere nello stesso momento nella medesima persona secondo le situazioni: ci si può comportare in base alle regole di un’autostima con i familiari (vantarsi, sputare sentenze, pavoneggiarsi) ma adottare i riflessi di una bassa autostima con gli sconosciuti o con persone che incutono soggezione.

Un esempio di questa mescolanza talvolta stupefacente: i timidi, nei quali comportamenti i bassa autostima in un contesto sociale possono coesistere con un’alta autostima nelle fantasticherie. A volte presentano anche dei soprassalti di rivolta o di incoscienza, soprassalti che alla fine lo spingono ad osare, dotati come sono di quella leggendaria “audacia dei timidi”, che purtroppo per loro è rara e imprevedibile.

Uno dei comportamenti più comuni di chi è dotato di poca autostima è l’arte di “sottrarsi”: lo sminuirsi.

Mi diceva E. all’inizio del suo percorso:

“Sono assolutamente convinta di valere meno degli altri. In tutti i campi fisico e psicologico. E’ semplice: se qualcuno mi fa dei complimenti, in me si scatena un disagio fisico. Un desiderio di fuggire o di mettermi a piangere. Se qualcuno si interessa a me, mi dico che è per sbaglio, perché la persona in questione non sa ancora chi sono in realtà. E passato il primo momento di riconoscenza vengo sopraffatta dall’angoscia: che cosa farò di quella stima che sembra tributarmi?Quanto tempo ci vorrà perché la deluda e ricada quindi nell’anonimato?”

Quanto espresso è un esempio esemplificativo di come le persone con una bassa autostima  sono cieche a tutto quello che di buono e di bello e degno di stima vi è in loro. Non si tratta di un delirio, non si inventano i propri difetti, non li creano di sana pianta: sono proprio lì tutte quelle manchevolezze e limitazioni. Ma sono quelle di tutti, più o meno. Solo che nelle persone con bassa autostima, manca la capacità di relativizzare, nessuna distanza, nessuna clemenza nei confronti di queste incrinature.

E gli altri vengono osservati e sorvegliati, ma non per vedere come facciano a vivere bene con i loro difetti. Li si sorveglia perché ci si dedica costantemente al gioco malsano dei confronti sociali: non solo malsano, ma anche obliquo, perché si guarda e si vede negli altri solo il meglio. Di conseguenza il confronto è più doloroso.

In che modo vivere dunque? Innanzitutto è necessario evitare i rischi. Unica parola d’ordine: la protezione dell’autostima. Se si osa cercare un qualche riconoscimento del proprio valore, lo si fa con prudenza, evitando qualsiasi rischio di fallire. Si agisce con cautela, senza assumersi il minimo rischio. Si cerca l’accettazione ad ogni costo, si cerca di farsi accogliere e apprezzare, piuttosto che dimostrarsi combattivi o intraprendenti. Si evitano i conflitti, e tutto quello che potrebbe provocare un rifiuto: esprimere il proprio parere, chiedere qualcosa che potrebbe disturbare. Insomma si dipende molto dalla benevolenza altrui e a forza di pensare a che cosa pensano gli altri di noi, ci si dimentica di pensare a se stessi.

La bassa autostima è una forma di alienazione: non c’è da stupirsi se alla fine si ha la sensazione di essere vuoti e noiosi. In fondo si passa la vita a forza di impedirsi di esistere, obbedendo alla logica del “soprattutto non farmi notare né rifiutare”.

La loro scelta è quella della “rinuncia”, sottrarsi e posizionarsi al di sotto delle loro capacità è il loro pane quotidiano. Queste persone hanno sviluppato una vera e propria arte di evitare il rischio del giudizio sociale: quello che conta è restare incollati al gruppo, non cercare di smarcarsi, o di farsi sganciare. La loro mancanza di fiducia consiste in questo:agire il meno possibile, per paura non solo di fallire, ma anche delle conseguenze sociali del fallimento.

A forza di evitare i fallimenti, però, si evita di agire. E in questo modo si evita anche il successo con una conseguente reale svalutazione, lave a dire non solo una sensazione, ma una vita oggettivamente meno ricca e intensa.

Un altro rischio precipitare nella frustrazione e nell’amarezza, a forza di rinunce, a forza di vedere che gli altri, non migliori di noi, ci superano, ce la fanno, riescono, assaporano ed esibiscono il loro successo ……

 

…. Seguimi nel prossimo post parleremo del sovra posizionamento delle persone con un alta (apparente) autostima ….

 

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