Essere connesso significa vivere in sintonia con quello che succede, il che implica l’esistenza di una relazione di corrispondenza fra quello che sento, percepisco, faccio e lo stimolo iniziale.
La teoria generale del comportamento ci insegna che ogni individuo risponde alle sollecitazioni esterne ripetendo un determinato modello appreso in precedenza.
Gran parte della nostra relazione con il mondo circostante potrebbe essere sintetizzata grazie all’analisi dei suddetti modelli di comportamento.
Nella Gestalt questo si chiama “ciclo del contatto” (nel prossimo post ne parlerò in maniera dettagliata).
Il punto zero di inizio è quello in cui un individuo si trova al margine di qualcosa che non è ancora successo o che sta accadendo e del quale non è ancora al corrente. Lo stimolo è esterno all’individuo e non ha ancora alcuna relazione con lui.
Se stessi per partecipare ad una festa dove ci sono persone che non conosco, potremmo situare il punto zero nell’istante che precede il mio ingresso. Arrivando mi confronterei con la situazione della gente riunita e proverei delle sensazioni. Questo significherebbe che i miei sensi mi stanno fornendo delle informazioni.
Vedendo la gente avvicinarsi e sentendo i rumori avrei sia delle percezioni olfattive, uditive, visive che delle reazioni fisiche; forse tremerei anche un po’. A questo punto prenderei coscienza di quello che sta accadendo. Mi renderei conto di ciò che sta succedendo, di cosa stimola i miei sensi.
Dopo di che si metterebbero in moto le mie emozioni e sentirei non più solo con i sensi. Comincerei a capire se la situazione mi spaventa, mi piace, mi angoscia. Proverei inquietudine, eccitazione, paura, voglia, desiderio, piacere o timore per l’esito dell’incontro.
Una volta insediate le emozioni comincerebbero a lottare per trasformarsi in azione e l’energia mi spingerebbe ad agire.
Potrei scappare spaventata oppure restare e cominciare a parlare; potrei decidere di raccontare delle mie sensazioni o di non farlo, di dissimulare, nasconderle o utilizzarle in qualche modo. Chi lo sa?? Questo è il punto chiave, il momento del contatto in cui si stabilisce una relazione concreta con lo stimolo esterno e si dà luogo ad una risposta.
Contatto significa: non solo provare delle emozioni, rendersene conto, mettersi in moto e agire, ma vivere esponendosi alla situazione nella quale mi sono immersa. Essere in sintonia.
E dopo essere stata in contatto per un lasso di tempo, per difesa, per salute, per esaurimento del ciclo o per scioglimento di una emozione mettere in atto un congedo, allontanandomi per restare da sola con me stessa. E’ il momento del ritiro che certamente mi farà tornare all’inizio per ricominciare da capo.
Tutta la nostra vita è segnata da momenti in cui, grazie alla distanza o all’isolamento, scopriamo sensazioni e mettiamo in moto emozioni che costituiscono energia potenziale per ciò che accade in seguito.. Quando riesco a trasformare quelle emozioni in un’azione corrispondente, essa mi mete in contatto con l’oggetto: la vivo, la realizzo e, in proporzione piccola o grande, modifico lei o me stessa.
Quando la situazione si esaurisce o cambia con il mio intervento (o io mi stanco di quella esperienza) mi allontano di nuovo, ma non per andarmene, bensì con l’obiettivo di ricominciare.