Dell’amore esistono tante definizioni quanti sono i parlanti. Vedi se questa può servirti: la capacità e volontà di permettere alle persone a cui si vuol bene di essere ciò che vogliono essere, senza insistenza o pretesa alcuna che esse diano soddisfazione.
Potrebbe essere una definizione utile. Resta il fatto che pochi sono capaci di adottarla. Come puoi arrivare al punto di lasciare essere gli altri ciò che vogliono essere, senza pretendere che soddisfino le tue attese??
Semplicissimo. AMANDO TE STESSO. Prendendo coscienza della tua importanza, del tuo valore, della tua bellezza, non esigerai che altri rafforzino il tuo valore o i tuoi valori nel conformare il proprio comportamento alle tue esigenze o pretese. Se sei sicuro di te, non desideri né hai bisogno che gli altri siano come te.
Intanto, tu sei tu, e sei UNICO; quella pretesa, inoltre, toglierebbe agli altri la loro unicità, mentre ciò che tu ami in loro sono proprio quei tratti che li rendono speciali e distinti.
Comincia a quadrare: tu prendi ad amare te stesso, e d’un tratto sei in grado di amare gli altri, di dare agli altri, di agire per gli altri, dando prima a te stesso e agendo a tuo beneficio. La tua generosità , allora, non ha trucchi. Tu non dai per essere ringraziato o trarre vantaggi, ma per l’autentico piacere che trai dall’aiutare o amare gli altri.
Ma se non vali nulla, ovvero non ami te stesso, ti è impossibile dare. Come puoi dare amore se non vali? Che valore avrebbe il tuo amore? E se non puoi/sai dare amore, nemmeno puoi/sai riceverne. Che valore avrebbe l’amore dato ad una persona che non vale nulla?? Tutta la questione dell’essere innamorati, del dare e ricevere amore, incomincia da un Io che si ama totalmente. […]
[…] Puoi lanciare una sfida, con la tua capacità di amarti, a ogni sorta di sentimenti che provi verso te stesso. Ricorda che mai in nessuna circostanza, odiarsi è più salutare che amarsi. Anche se hai agito in un modo che detesti, il disprezzo per te stesso, non farà che immobilizzarti e danneggiarti. Anziché odiarti sviluppa sentimenti positivi. Impara dagli errori, decidi di non ricadervi, ma non associarli al senso del tuo valore.
In ciò consiste la principale difficoltà, tanto dell’amore verso se stessi quanto dell’amore per gli altri:non mai confondere il concetto di sé (che è un dato di fatto) col proprio comportamento, o con quello degli altri verso di noi.
A costo di ripetermi: non è una cosa facile.
I messaggi che invia la società sono soverchianti: “sei cattivo”, anziché “ti sei comportato male”; “non piaci alla mamma quando ti comporti così”, invece di “alla mamma non piace il tuo comportamento”. Le conclusioni che potresti aver tratto da tali messaggi sono: “non le piaccio. Devo essere proprio un infame”, anziché “non le piaccio. Così ha deciso, e con tutto che la cosa non mi vada, resto una persona”
In “Nodi”, R.D.Laing (psichiatra scozzese, uno tra i maggiori ispiratori del movimento dell’antipsichiatria ),così sintetizza il processo onde i pensieri altrui vengono incamerati e assimilati alla valutazione che una persona ha di se stessa:
Mia madre mi vuole bene
Sono felice.
Sono felice perché mi vuole bene.
Mia madre non mi vuole bene.
Sono triste.
Sono triste perché non mi vuole bene.
Sono cattivo perché sono triste.
Sono triste perché sono cattivo.
Sono cattivo perché non mi vuole bene.
Non mi vuole bene perché sono cattivo.
Non è facile superare i modi di pensare acquisiti nell’infanzia. Può darsi che l’immagine che ti sei fatto di te stesso si basi ancora su percezioni altrui. Se è vero che i profili originali che ti sei fatto li hai appresi dalle opinioni degli adulti, non è però detto che te li debba portare dietro per sempre.
Sì, è duro liberarsi delle vecchie abitudini e cancellare le ferite non rimarginate; ma anche più duro tenersele, quando si considerino le conseguenze.
Con la pratica mentale puoi compiere alcune scelte di amore verso te stesso che ti lasceranno sbalordito.
Chi sa amare? Chi forse si comporta in maniera da auto-demolirsi? No di certo. Chi si abbatte e si nasconde in un angolo? Nemmeno. Il saper dare e ricevere amore incomincia a monte, da te, che hai fatto il voto di smetterla con comportamenti dettati da scarsa stima di te stesso e che sono divenuti abituali.
Prima di tutto devi distruggere il mito secondo il quale avresti un unico concetto di te stesso, o sempre positivo o sempre negativo. In realtà, le immagini che ti sei fatto di te sono numerose e variano da momento a momento. Se ti domandassero: “lei si piace?”, potresti essere incline ad ammucchiare tutte le opinioni negative in un “No” generale. Se dal generico passi allo specifico, puoi lavorare al conseguimento di taluni scopi ben definiti.
Hai delle opinioni su di te, sul piano fisico, intellettuale, sociale ed emotivo. […] I tuoi autoritratti sono tanti quante le attività che svolgi, e attraverso tutti questi comportamenti c’è sempre una persona, TE STESSO, che o accetti o rifiuti. IL tuo valore intrinseco, quell’ombra amica sempre presente, colei che consulti ai fini della tua felicità e padronanza personali, e le tue autovalutazioni, devono essere correlate.
Esisti, sei un essere umano: è tutto ciò che ti serve sapere. Quel che vali è determinato da te, e non occorre fornire spiegazione. E il tuo valore, un dato di fatto, non ha nulla a che vedere con il tuo comportamento, con le tue sensazioni, emozioni e stati d’animo.
Può darsi che il tuo modo di fare in un dato caso non ti piaccia, ma ciò non ha rapporto con il tuo valore intrinseco. Puoi decidere di avere sempre valore per te stesso, e lavorare sulle immagini che ti sei fatto di te ….
( pagg. 32-35)
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Tratto da:
Wayne W.Dyer
Le vostre zone erronee
Ed. BUR