Nel post precedente ho cercato di disegnare un quadro di come le inquietudini , le pre-occupazioni e le ansie possono impadronirsi di noi e legarci a sé in maniera indissolubile, inquinando la nostra vita e decurtando la nostra fetta di Ben-Essere.
Vediamo ora come poter alleggerire la tensione della loro presenza senza incorrere d’altra parte alla fuga; bensì dando loro lo spazio che meritano ma non la facoltà di inondarci.
- EVITARE DI IDENTIFICARSI CON LE PROPRIE INQUIETUDINI => è una questione di distanza che ci manca tanto una volta che esse hanno cominciato a prenderne posizione dentro di noi. proviamo a vedere le pre-occupazioni come un sintomo, guardiamoci mentre stiamo rimuginando! E’ fondamentale riconoscere subito l’innescarsi di una pre-occupazione, come i pompieri individuano un principio di incendio: è più facile spegnere le fiamme se le si prende all’inizio. Quindi focus sull’innesto del circolo vizioso!
- DISCUTERE DELLE PROPRIE INQUIETUDINI => per esempio chiedendosi “con che genere di problemi mi sto tormentando?” E’ utile abituarsi a misurare le proprie pre-occupazioni, per esempio dando loro un voto da 0 a 100. Ci accorgiamo allora che molte delle nostre ansie si situano tra 0 e 20. Ce ne occuperemo certamente ma in un’atmosfera più distesa, non con la sensazione che stiamo gestendo un problema gravissimo.
- TORNARE CON I PIEDI PER TERRA (“principio di realtà” docet) E SBARAZZARSI DI UN CERTO NUMERO DI ILLUSIONI =>
- Illusione 1 : E’ possibile controllare tutto, dandosi un po’ da fareRealtà: No, non si può controllare tutto
Illusione 2: Impegnandosi a dovere, si dovrebbe poter evitare i problemi.
Realtà: No, i problemi fanno parte della vita.
Illusione 3: L’incertezza sfocerà sicuramente in qualcosa di pericoloso
Realtà: No, molte cose incerte si risolvono da sé.
- LOTTARE CONTRO IL NOSTRO BISOGNO DI CONTROLLARE SEMPRE TUTTO => noi ci esauriamo spesso nel tentativo di gestire il corso della nostra vita, fino all’assurdo. Negli stati d’animo ansiosi, abbiamo spesso l’illusione che il controllo sia una soluzione efficace, una risposta ai rischi dell’esistenza. Ma il desiderio di tenere tutto sotto controllo ha come conseguenza una sensazione di sfinimento per non aver mai portato a termine quello che dovevamo fare. Ci condanniamo ad essere sempre oberati.
- ACCETTARE CHE IL MONDO CI SFUGGA => questo non significa che dobbiamo rassegnarci al caos, mollare un po’ la presa, vuol dire semplicemente capire che non siamo onnipotenti. Che il disordine e l’incertezza fanno parte del mondo e che se non impariamo a tollerarli avremo un’esistenza davvero faticosa.
- AMMETTERE DAVVERO CHE L’AVVERSITA’ ESISTE => e darle un posto nella nostra vita. Accettare che i problemi esistono e considerarli solo per quello che sono: problemi da risolvere, non drammi inaccettabili e minacciosi. Accettare i propri problemi, le avversità, significa accettare e preferire la Vita!.
Concludendo potremmo dire: dobbiamo accettare di vivere dunque “nell’inquietudine” parafrasando il grande Fernando Pessoa? Sì, che altro potremmo fare se non accettare una certa dose di incertezza e di avversità nelle nostre esistenze?
E’ fondamentale comunque ricondurre senza sosta la nostra mente verso il presente “è meglio impiegare la nostra mente per sopportare le disgrazie che ci capitano anziché per prevedere quelle che ci possono capitare” (La Rochefoucauld).
Vivere e agire nel presente, quindi, nel “qui e ora”. Essere nella vita e nei suoi gorghi come un pesce nell’acqua ….. nel perenne timore di finire in pentola ….. No…No … niente paura sto scherzando !!!! ….