Riflessioni per ri-trovarsi ...

Sulle aspettative …..

aspettativa 4

“Aspettativa” – olio su tela  http://www.inartepixel.com/opererecenti.html

La fonte e l’alimento del nostro agire e pretendere proviene dalle aspettative. Tutti noi nutriamo aspettative reciproche che, se rimangono inconsce, possono distruggere qualsiasi tipo di armonia e intimità desideriamo creare. Perché le aspettative trasformano l’altra persona in un oggetto per i nostri voleri. Entriamo nella parte del “bambino che pretende” e ci sentiamo vittime della gente, delle situazioni e della vita. Per conseguire una maggior consapevolezza del nostro “pretendere”, dobbiamo esaminare le nostre aspettative.

Portare allo scoperto le aspettative è più facile a dirsi che a farsi. Entrare in contatto con le nostre aspettative è uno dei lavori più difficili su se stessi. Prima di tutto perchè spesso non vogliamo nemmeno ammettere di averle.

Allora come facciamo a riconoscere le nostre aspettative?

Uno dei modi è notare quando ci sentiamo delusi e reagiamo, sia colpevolizzando e arrabbiandoci che isolandoci con rassegnazione. A seconda del nostro temperamento, possiamo scagliare la rabbia e la delusione sull’altra persona perché non soddisfa i nostri bisogni, oppure possiamo trattenerle dentro di noi e “cuocere nel nostro brodo”. E’ imbarazzante vedere quanto ci aspettiamo dagli altri. Per questo non abbiamo voglia di analizzare questa parte di noi. Ogni  qualvolta sentiamo rabbia o frustrazione, un’aspettativa è stata delusa.

Un altro modo per scoprire un’aspettativa è esaminare cosa si nasconde sotto il nostro giudizio. Spesso proprio dietro ad un giudizio c’è qualcosa che vogliamo o ci aspettiamo da qualcuno.

Un terzo modo per cominciare a riconoscere le nostre aspettative è quello di prendere qualcuno che ci è molto vicino e vedere tutti i modi in cui possiamo incolpare questa persona. Incolpiamola per tutto quello che non va in lei, per tutto ciò che non ci da’, per tutti ciò che vorremmo cambiasse. Sotto ognuna di queste colpe c’è un’aspettativa.

Quando un’aspettativa non è soddisfatta possiamo avere una reazione esplosiva o implosiva. Le aspettative che provocano il primo tipo di reazione sono “positive”; esse hanno una energia che le sorregge e sono accompagnate dalla sensazione che meritiamo di vederle soddisfatte. Le ritengo “positive” perché quando c’è energia è più facile riconoscerle e cercare il bisogno insoddisfatto, il buco nella nostra vita che esse ricoprono. Le aspettative sono il coperchio dei buchi interiori. Invece di sentire la paura e il dolore che questi buchi provocano, trasformiamo l’energia nell’aspettativa che qualcuno, o la vita stessa, li colmino.

Le aspettative “negative” sono, invece, convinzioni che tratteniamo e che ci impediscono di ammettere che in realtà vogliamo o ci aspettiamo qualcosa. Quando neghiamo di aver bisogni e desideri o quando ci sentiamo così indegni che non pensiamo di meritare nulla, le nostre aspettative vengono sepolte in profondità.

Per esempio, alcuni di noi vivono nell’illusione che non abbiamo bisogno di niente da nessuno. Altri provano così tanta vergogna che pensano di non meritare niente. In realtà continuiamo ad avere aspettative, solo che si manifestano indirettamente sotto forma di risentimenti inespressi, di depressione cronica, di aggressione passiva o di chiara violenza.

E’ possibile che non riconosciamo assolutamente il fatto di avere dei bisogni. Li abbiamo rinnegati così a lungo che è diventano quasi impossibile averne consapevolezza. Le nostre aspettative negative si trovano al fondo delle nostre ferite interiori. E creano una grande disperazione: non saremo mai amati, accettati o compresi.

Sia che le nostre aspettative si manifestino sotto forma di rabbia, delusione o accusa, sia che possano essere identificate come una convinzione negativa che copre i nostri desideri e bisogni, esse continuano a coprire una parte dentro di noi profondamente ferita e affamata.

Il nostro bambino interiore proietta le sue vecchie esperienze sul presente, con tutta la paura e la diffidenza che quelle esperienze gli hanno insegnato. Il presente può anche essere molto più sicuro e amorevole di quanto crediamo ma noi non ce ne possiamo accorgere. Continuiamo a reagire come farebbe un bambino. Per portare allo scoperto questo bambino, dobbiamo scoprire le nostre aspettative.

Senza consapevolezza e comprensione è facile sentirsi vittimizzati dall’esistenza per quello che succede piuttosto che vedere che siamo noi stessi a crearlo.

Solo identificando lo schema con profonda compassione e con intuito, possiamo cominciare a modificarlo.

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