Porre le emozioni e i sentimenti al centro del palcoscenico.

blocco emotivo

Riprendo il post precedente occupandomi del primo passo necessario  per imparare a liberarci da quei blocchi emozionali  che ci impediscono di vivere in pieno tutte le nostre potenzialità.

Ogni “risanamento” emozionale inizia con il riconoscimento di chi siamo e di cosa “sentiamo” nel momento. Siamo bloccati in un sentimento, emozionalmente sensibili o abbiamo solo una giornata nera?

Quando il nostro modo di essere interferisce con il nostro bene, quando ci sembra di non essere in grado di affrontare i problemi, di ottenere ciò che vogliamo, di non essere capiti o di non capire gli altri, sappiamo probabilmente già di essere “emozionali”. In tal caso, se le condizioni illustrate sono croniche, se non riusciamo in alcun modo a liberarcene, può essere presente un copione emozionale di vecchia data.

A questo punto faccio una piccola parentesi e mi fermo un momento a spiegare cosa intendo per “emotività” e “sensibilità emotiva”. La prima si sperimenta quando le emozioni rimangono intrappolate nel sistema delle nostre convinzioni. Se reagiamo sempre nello steso modo ad ogni minaccia, se piangiamo in ogni occasione, se ci infuriamo ogni volta che qualcuno ci fa uno sgarbo. Essa genera delle sequenze fisse (copioni) difficili da controllare, gestire o cambiare. Ci fa sentire stanchi ed esauriti, divisi da noi stessi . Se invece sappiamo condividere le sensazioni altrui, se sappiamo piangere quando ne abbiamo veramente bisogno, arrabbiandoci se i nostri diritti vengono violati, siamo dotati di “sensibilità emotiva” che genera una reazione fluida e appropriata, permettendoci di modificare le reazioni abituali qualora sia necessario.

L’Emotività compromette il nostro equilibrio, allontanandoci dal nostro punto di riferimento, il senso del sé, e può farlo in due modi: attraverso l’iperpulsione o attraverso l’ipopulsione.

Quando ci troviamo in “iperpulsione” abbiamo la sensazione di lavorare sempre, anche durante il sonno, ci sembra di continuare ad elaborare idee, pensare, sentire, muoverci e percepire. L’iperpulsione è uno stato di sforzo eccessivo, dettato dalla convinzione che è nostro compito compensare le mancanze delle altre persone o di quelle parti di coi che non svolgono adeguatamente il loro compito.

Le sensazioni associate a tale condizione sono schiaccianti: molto intense, forti o dolorose, in questo caso:

  • Ci sentiamo confusi e privi di autocontrollo
  • Ci sentiamo spesso irrazionali o costretti a rispondere secondo un preciso schema
  • Abbiamo difficoltà a distinguere la nostra realtà da quella altrui
  • Abbiamo difficoltà a differenziare i nostri problemi, sensazioni e desideri da quelli altrui
  • Proviamo sempre sensazioni intense, che ci confondono quando la situazione non le giustifica.
  • Ci sentiamo obbligati a farci carico degli altri, inducendoli a provare una determinata sensazione o a vedere le cose a nostro modo.
  • Abbiamo molte difficoltà a restare nel “qui e ora”: mente e sensazioni vagano nel passato o nel futuro
  • Ci sentiamo bloccati in una modalità comportamentale reattiva e sembriamo incapaci di liberarcene.
  • Siamo soggetti ad oscillazioni dell’umore, talora senza ragione
  • Ci sentiamo spesso iperstimolati o eccitati
  • Avvertiamo, ciclicamente uno stato di esaurimento; al di là di ogni azione, ci sentiamo stanchi.

Quando, invece, siamo in uno stato di ipopulsione, agiamo come robot: le nostre risposte sembrano automatizzate. Talora siamo incapaci di reagire ad una situazione, di rispondere a livello emozionale o di dire quello che pensiamo. Spesso lo stato di ipopulsione può manifestarsi come un atteggiamento eccessivamente intellettuale. Nonostante i tentativi, non riusciamo ad entrare in contatto con la sensazione, ma solo con i pensieri.

  • Viviamo all’interno della nostra testa, rispondendo in base alla logica e alla razionalità
  • Ci sentiamo distaccati dalla sfera delle emozioni
  • Siamo bloccati un una sensazione oppure in una serie di sensazioni
  • Proviamo un senso di letargia e apatia
  • Abbiamo difficoltà a motivarci per fare qualcosa di nuovo e di creativo
  • Riceviamo messaggi di feedback che ci indicano che siamo troppo freddi e insensibili
  • Abbiamo crisi di dubbio e insoddisfazione
  • Abbiamo difficoltà ad entrare in contatto con l’intuito, il senso di consapevolezza, l’empatia
  • Abbiamo energie represse e ci mancano le ragioni per liberarle

 

Chi ha una personalità estrema è spesso vittima di un iper o di un ipopulsione; gli altri variano comportamento a seconda delle circostanze. E’ facile riconoscere le iperpulsioni come comportamento emozionale poiché l’individuo appare maggiormente emotivo a se stesso come agli altri. In tal caso le emozioni e le sensazioni sono evidenti ed egli li esprime. Per chiunque invece è difficile riconoscere l’ipopulsione come uno stato emotivo: essa viene, infatti, usualmente scambiata per un tratto della personalità.

Quando siamo soggetti ad iperpulsione esprimiamo le nostre emozioni esternamente, se invece siamo in condizioni di ipopulsione, li esprimiamo internamente; le emozioni, cioè, si nascondono in noi invece di manifestarsi liberamente.

Ecco quindi che diventa fondamentale, per poterci liberare dei nostri blocchi emotivi, riconoscere in che stato siamo abitualmente in modo da poter iniziare a separare pensieri ed emozioni in maniera funzionale.

Se ci accorgiamo che per noi è consueta l’iperpulsione, cominceremo a lavorare prima sui pensieri , poi sulle sensazioni: questo perché detta condizione è determinata da queste ultime. In caso invece di ipopulsione, disagio causato dai pensieri, faccio il contrario: è, infatti, più facile iniziare ad esaminare lo strato superficiale di un problema piuttosto che quello più profondo …..

 

Questo secondo passo lo vedremo nel prossimo post …..

 

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