Riflessioni per ri-trovarsi ...

Le donne in amore ….

BACIARE ROSPO

In una delle mie solite scorribande in libreria ho trovato un volumetto che ha stuzzicato la mia curiosità e leggendolo mi sono trovata più volte a sorridere riconoscendomi in più di uno delle varie donne descritte. Si tratta di “Gli errori delle donne (in amore)” di Giorgio Nardone, psicoterapeuta fondatore insieme a Paul Watzlawick del Centro di Terapia Strategica.

Il libro è una galleria di ritratti femminili legati ad altrettanti copioni sentimentali. Ognuno di noi inevitabilmente costruisce un proprio stile di gestione della realtà basato sulla propria esperienza, che poi si compone nel tempo come un mosaico attraverso la combinazione di quelle modalità che si sono dimostrate capaci di produrre gli esiti desiderati. E’ proprio l’efficacia di certe modalità che ci induce ad acquisirle come qualcosa da riprodurre in situazioni analoghe.

I copioni sentimentali sono quindi azioni e reazioni elette a proprio stile personale. Per questa ragione tendono a mantenersi costanti anche quando si cambia partner: la persona dunque continua a “recitare” il suo personaggio dentro differenti commedie.

Il problema emerge quando l’interprete non riesce più a cambiare il suo personaggio, quando la parte, in senso teatrale, non può più essere modificata in quanto l’attore ne è intrappolato.

Così avviene in amore quando si insiste sullo stesso copione anche di fronte al fallimento, quando si ha l’incapacità di cambiare quella serie di atteggiamenti e comportamenti che alimentano la disfunzionalità della relazione sentimentale.

E ora si alzi il sipario ed entrino i personaggi …….

LA FATA …..

Bella, brava, buona, sempre motivata dalle migliori intenzioni; affascinante, sempre dolce e disponibile con tutti; intelligente, diligente, di successo negli studi e nella professione. All’apparenza talmente perfetta che quasi ci si dovrebbe guardar bene dall’averci a che fare per non “contaminarla”.

Tuttavia come ogni medicina in sovradosaggio si trasforma in veleno, anche l’essere “adorabile comunque” può diventare una pozione letale.

Il limite più evidente del suo agire in amore è rappresentato dall’inabilità a dare inizio, e poi a mantenere, una dinamica conflittuale all’interno della coppia. Inevitabilmente la Fata tende a voler superare i contrasti a qualunque costo.

Spinta da questo imput riesce soavemente  a passare sopra qualunque sopruso o torto subito, proprio perché per lei l’esigenza primaria resta conservare la serenità nella relazione con l’altro.

Purtroppo per lei, la Fata incorre frequentemente in partner complementari. Infatti, il modello di uomo che più le si lega non è certo un pacifico e ben disposto “mago”, ma per lo più una persona scorretta, mossa dalle passioni più negative. La dolce Fata sarà così massacrata da colui che contrapporrà alle sue buone maniere modi di fare diametralmente opposti: aggressività e maleducazione, scorrettezza e il più delle volte propensione al tradimento.

Una combinazione dunque Fata-Fedifrago tanto letale per la prima quanto estremamente frequente.

E’ come se lei riuscisse a calamitare su di sé, anche dalle persone apparentemente più miti, un imprevedibile rancore, e questo certamente a causa della sua insopportabile assenza di difetti.

E seppure alla base dell’esperienza diretta la Fata dovesse convincersi che il mondo è fondamentalmente malvagio, neppure di fronte a tale evidenza riuscirebbe ad acquisire quel po’ di sana cattiveria necessaria. Pertanto, alla fine, si renderebbe conto di essere lei quella che non va, vivendo tragicamente il paradosso di essere punita perché troppo amabile…..

LA BELLA ADDORMENTATA …

Per quell’aspetto piacevole, sempre curato nei modi; per quei suoi ritmi di vita sempre lenti e morbidi, potresti prenderla per la modella di un pittore. In lei tutto è improntato alla pacatezza di chi sa aspettare.

Ed è proprio l’attesa il leitmotiv comportamentale di questo genere di donna: è in fervente attesa del cavaliere che la possa svegliare con un caldo bacio dal suo essere una Bella Addormentata.

A vederla interagire con l’uomo si ha l’idea che sia costantemente portata ad una sorta di “bradisismo relazionale”. L’attesa per lei è la strategia vincente.

La nostra Bella Addormentata però non ha fatto i conti con la scomparsa, nella notte dei tempi, del cavaliere baciante e l’attesa del risveglio il più delle volte si prolunga tanto da divenire insopportabile. Così in assenza dell’agognato cavaliere, la Bella si accontenta del “bravo ragazzo” conosciuto sui banchi di scuola o del buon amico di famiglia. Decreta per se stessa, in questo modo, un’autentica resa amorosa.

La coppia che così viene a formarsi dei due “bravi e buoni”, di norma si adegua a tutte le regole familiari e sociali e si fonda sulla rassicurante stabilità di un rapporto senza né picchi né baratri.

Tutto sembra bilanciato, e di solito lo è per qualche anno, ma al primo turbamento l’equilibrio un po’ artificioso raggiunto crolla. Infatti, basta che la Bella Addormentata incontri, anche casualmente, un uomo che risvegli in lei i sensi accantonati prima dell’interpretazione data al suo copione, che l’esplosione della donna si trasforma in uragano. La morigeratezza diventa l’opposto trasformandosi in frenesia e la pacatezza in desiderio irrefrenabile.

Il bradipo, in una incredibile metamorfosi, si trasforma in una tigre affamata. A questo punto non si trattiene più: è disposta a tutto pur di ottenere l’oggetto del suo desiderio. Adulterio e trasgressioni per lei diventano qualcosa di legittimo.

Il “buono e bravo” partner con il quale aveva condotto fin lì la sua esistenza viene ritenuto colpevole di tutti i brividi mancati.

Spesso, però, concedendosi tutto quello a cui avevano rinunciato, non trovano affatto la felicità, bensì delusione e solitudine, se possibile maggiore di quella con cui avevano convissuto prima del “risveglio” . Infatti l’uomo perturbante ben di rado è l’agognato cavaliere e dopo una prima fase sentimentale esplosiva, magari più di matrice erotica, anche questa relazione si rivela deludente.

S’innesta così un circolo vizioso: la non più addormentata si trasforma in braccatrice di nuove prede, sempre alla ricerca dell’uomo giusto che non c’è.

L’epilogo più frequente di questa progressione è che la nostra, ora attiva, per mettere fine alla sua vana ricerca ritorna un po’ sui suoi passi. Cioè si riprende un uomo rassicurante e protettivo tornando alla pacata e tiepida realtà di coppia senza brividi avendo di fronte a sé la disperante alternativa della solitudine …….  (continua nel prossimo post)

Continuiamo con la nostra carrellata di personaggi tratta dal libro di Giorgio Nardone “Gli errori delle donne in amore”.

LA BACIATRICE DI ROSPI

Anche questo copione sentimentale si rifà metaforicamente, come la Bella Addormentata, alla tradizione fiabesca: ovvero all’immagine della principessa che baciando il rospo lo trasforma in principe, rompendo con il suo atto amoroso l’incantesimo maligno che lo aveva imprigionato dentro le sembianze dell’animale.

Questa raffigurazione calza perfettamente a quella tipologia di donne che, nella loro forte e decisa convinzione di poter trasformare con l’amore qualsiasi tipo di uomo, sembrano attratte da relazioni con persone sgradevoli nel loro aspetto fisico, inaffidabili e talvolta perfino pericolose. L’aspirazione di fondo di queste donne resta quella di mutare un rospo orripilante in un principe di cui potersi fidare.

Ma si sa che certe cose accadono solo nelle fiabe: non si è infatti mai visto un rospo trasformarsi in un principe, tantomeno dopo il bacio di una donna. Anzi, il contrario: di solito più baci ricevono e più animali, nel senso deteriore del termine restano. E già: poiché questa attenzione amorosa rinforza in loro la convinzione di essere nel giusto con quel loro modo di essere.

Questo copione può essere confuso con quello della “Crocerossina”, la distinzione tuttavia risiede nel fatto che l’inclinazione a voler trasformare l’latro non si basa su un amorevole atteggiamento di soccorso, bensì sul voler vedere nella “bestia”, quasi a tutti i costi, quel qualcosa di buono che in realtà non c’è. E’ simile, invece, nei due copioni, la tendenza ad operare un meraviglioso autoinganno che giustifica e alimenta l’attrazione per soggetti altrimenti da evitare.

Di certo le sensazioni forti non le mancheranno e le dinamiche tra la donna e il rospo tendono a strutturarsi il più delle volte in forma morbosa: una sorta di sindrome di Stoccolma applicata alla sfera dei legami sentimentali, nella quale è proprio la vittima a esaltare nel suo ruolo di torturatore l’aguzzino.

La dinamica si basa sulla caparbia tendenza della donna a voler cambiare il proprio partner, modalità relazionale, questa, che non riesce a tenere a freno così come non riesce ad accettare l’idea che l’oggetto del suo desiderio possa essere davvero un immutabile rospo….

L’AMAZZONE

Le amazzoni erano un’antica popolazione del Medio Oriente asiatico retta sul potere assoluto delle donne, le quali comandavano nella gerarchia sociale ed erano anche le guerriere in grado di proteggere il territorio dai possibili attacchi di altre popolazioni. Descritte come invincibili combattenti, pare che lo stesso Alessandro Magno le abbia temute al punto di averne rispettato l’autonomia.

L’amazzone contemporanea è una donna decisamente in carriera, socialmente vincente. Il tratto fondamentale in lei è un’ostentata sicurezza, una straordinaria energia che sprigiona in ogni contatto umano e una spiccata inclinazione al comando.

Il copione sentimentale che ne deriva è fortemente connotato dal fatto che questo tipo di donna tende a tenere il maschio costantemente sottomesso e, seppure dovesse incontrare un uomo che dovesse tenerle testa, non avrà pace se non riuscirà a metterlo in condizione di inferiorità.

Questa vittoria dell’orgoglio femminile nella competizione tra i due sessi si può facilmente trasformare in un micidiale boomerang. La donna-amazzone, infatti, mantenendo la supremazia nel rapporto di coppia può subire effetti devastanti, in quanto all’apparente soddisfazione di essere leader corrisponde la constatazione della debolezza del partner che mina in lei la desiderabilità del maschio.

Pertanto appare evidente l’effetto lacerante di questo sforzo e la condanna ad un continuo passaggio da un uomo all’altro, ossia da una delusione all’altra nell’ambita e irrealizzabile quadratura del cerchio: un uomo che sia contemporaneamente dominatore e dominato.

Ne risulta di solito una dinamica amorosa decisamente contrastata, che spesso si esprime in una serie prolungata di relazioni che finiscono perché chiuse drasticamente dalla nostra guerriera in cerca di una nuova battaglia da vincere.

Solo le più fortunate riescono a trovare un partner in grado di farle sentire al tempo stesso leader e per qualche aspetto inferiori, così la dinamica amorosa e sentimentale viene ad essere bilanciata dall’oscillazione tra il sentirsi al comando e il chiedere aiuto e protezione ….

( …. la conclusione nel prossimo post ….)

Tratto da:

Giorgio Nardone – Gli errori delle donne (in amore) – Ed. Ponte alle Grazie

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.