“ Quando ti capita una difficoltà pensa che è un dio che,
come un maestro di ginnastica, ti fa affrontare
un avversario giovane e vigoroso ..”
Epitteto
Resilienza dal latino “ resiliens, resilientis” – saltare indietro, rimbalzare -] è un termine, che può assumere diversi significati a seconda del contesto; in psicologia la Resilienza viene vista come la capacità dell’uomo di affrontare e superare le avversità della vita, di superarle e di uscirne rinforzato e addirittura trasformato positivamente. E’ un processo che porta a trasformare le difficoltà in sfide. Se la difficoltà ci fa abbassare la testa, la sfida ce la fa alzare.
La Resilienza aiuta a contestualizzare, relativizzare e a trasformare le avversità in sviluppo delle proprie potenzialità, realizzando che siamo più forti della disperazione, coprendo che le lotte servono per stimolare processi di cambiamento e di autorealizzazione.
La resilienza designa l’abilità di reagire con calma, coraggio, ottimismo e intelligenza emotiva alle minacce imposte dalla vita: comincia con l’accettare la realtà per quella che è, per i fatti che sono ormai accaduti e che non possono essere più modificati. La persona resiliente, consapevole della propria impotenza nei confronti di quello che è già successo, riscopre che l’unico potere che ha è di accettare la realtà che non può modificare e di trovare in questa la leva del cambiamento.
Resilienza è l’abilità di reagire, considerando relative, contingenti e temporanee le sconfitte, le crisi e le preoccupazioni, anzi queste vengono considerate alla stregua di sveglie che suonano per risvegliare talenti ancora addormentati.
Quando siamo pienamente sveglie, con tutti i sensi all’erta, cogliamo meglio la complessità e i miseri della vita e ci accingiamo a risolverli con maggiore maturità.
Sebbene la persona resiliente avverta lo stress, il dolore e le preoccupazioni non spreca energie in lamenti sterili. Affronta invece la sfida come una prova che aiuta a costruire un carattere più forte e rafforzare l’io.
La persona resiliente sa che gli incidenti, le perdite, le crisi accadono indistintamente a ciascuno di noi ma evita di crogiolarsi a pensare: “Perché proprio a me, cosa ho fatto per meritare questo?”. Invece pensa:” Cosa poso fare per affrontare questa difficoltà? Come la posso gestire? Cosa è necessario cambiare? Come posso modificare la situazione?”
La persona resiliente si concentra sul potere autentico di reagire in modo intelligente alla situazione, prendendo le appropriate decisioni su cosa fare dopo. Impedisce che gli eventi negativi la instupidiscano né consente a domande senza risposta di confonderla o di farle perdere la concentrazione su quello che conta veramente. Né si guarda indietro con la struggente nostalgia o lo sterile rimpianto per le cose che nel presente sono diverse da com’erano o da come sarebbe bello che fossero. Sa che il futuro comincia dopo che l’evento è successo, nel momento in cui decide di prendere una certa direzione e non un’altra, chiamando a raccolta i talenti, le risorse e le energie di cui dispone.
La persona resiliente può essere riconosciuta anche dal senso di responsabilità, autodeterminazione e fiducia in se stessa. Coltiva l’ottimismo che trasforma le difficoltà in vantaggi, verificando così che il coraggio è più forte del destino e che ogni problema è maestro di vita: insegna qualcosa di importante che sarà utile una prossima volta.
La persona resiliente sa di essere sempre testimone delle proprie azioni. Riconosce perciò l’importanza di seguire dei criteri morali, di avere una propria Moralità: la terza nota dell’Armonia …
se vuoi sapere ancora qualcosa sulla Resilienza prima di addentrarci nella terza nota dell’Armonia, seguimi nel prossimo post …….