Tutti vorremmo tutto e la possibilità di fare tutto ma, già da quando avevamo tre anni ci siamo dovuti scontrare con il concetto dello spazio-tempo.
A quell’età i bambini sono molto capricciosi. Ma “capricciosi” non è il termine più appropriato: stanno soffrendo molto, perché la presa di coscienza del concetto di spazio-tempo toglie loro l’illusione di poter far tutto nello stesso momento. Caduta l’illusione, affrontano la difficoltà della scelta, che spesso viene vissuta come privazione.
Se il nostro bisogno è assecondare qualcuno che amiamo o temiamo, per evitare il senso di frustrazione o il senso di colpa, cerchiamo di dilatare il tempo e accorciare le distanze, ma dal momento che non è possibile, danneggiamo solo noi stessi.
Corriamo da un luogo all’altro, sottraiamo tempo al sonno, perfino ciò che ci concediamo spesso è fatto a rotta di collo, non vissuto pienamente.
La difficoltà maggiore che le persone sperimentano infatti è quella di non riuscire a separare due termini fondamentali nella gestione del tempo:
urgenza ed importanza.
Per la maggior parte infatti la giornata è vissuta come il susseguirsi di urgenze a cui far fronte, accumulando una quantità sempre maggiore di stress tralasciando tutte quelle cose che ritengono davvero importanti per il proprio benessere.
Tutti noi, del resto, abbiamo a disposizione 24 ore al giorno. Ce lo ricorda una famosissima frase dello scrittore H. Jackson Brown, alla quale dovremmo ripensare un po’ più spesso: “Non dire che non hai abbastanza tempo. Hai esattamente lo stesso numero di ore al giorno che hanno avuto Pasteur, Michelangelo, Madre Teresa, Leonardo da Vinci, Thomas Jefferson e Albert Einstein”.
Il segreto sta nell’utilizzare al meglio le ore a nostra disposizione per non andare incontro a due spiacevolissime sensazioni:
- sentirsi in colpa per non avere fatto ciò che avremmo dovuto/voluto fare
- avvertire di aver perso il controllo della nostra vita
L’essenza alla base di una gestione efficace del tempo e della propria vita consiste nell’organizzare e nell’eseguire le attività in base a priorità ben bilanciate.
Le cause di una gestione del tempo insoddisfacente possono essere :
- l’incapacità di fissare priorità;
- l’incapacità di organizzarsi intorno alle proprie priorità;
- la mancanza dell’autodisciplina necessaria per eseguire tali priorità, attenendosi ad esse
E allora proviamo ad imparare a gestire il nostro tempo. Certo, dobbiamo individuare che cosa è importante e poi compiere scelte drastiche.
In questo obiettivo ci può venire in aiuto Stephen Covey, uno dei guru della crescita personale che nel suo libro “Le 7 regole per aver successo” ci offre uno strumento che può fare la differenza: il metodo dei 4 quadranti o “matrice di Covey”.
Considerando le variabili di importanza ed urgenza ogni attività può essere inserita in una delle 4 categorie.
Nel primo quadrante si scrivono le cose urgenti ed importanti;
E’ chiamato il quadrante delle “crisi”, ignorandole sperimentiamo immediatamente delle difficoltà.
Sono scadenze per noi significative e che non possiamo rimandare.
Ad esempio: crisi lavorative che richiedono un nostro intervento immediato,scadenze per lavoro, esami …
Nel secondo quadrante scrivi le cose importanti ma non urgenti;
E’ il quadrante delle “opportunità”.
E’ il quadrante nel quale di solito le persone dedicano minor tempo, ma che porta i maggiori benefici a lungo termine. Trascurandolo ci ritroviamo a percepire una minor capacità di controllo sulle nostre attività, un esempio chiaro è quello riferito al trascurare attività che riguardano la salute o la prevenzione che di solito le persone non scrivono in questo quadrante.
Di solito si riassumono nella frase “lo farò quando avrò più tempo..”
Ad esempio: Corsi di formazione/corso di studi/ aggiornamento, pianificazione di progetti/attività/viaggi a medio –lungo termine, relazioni/ rapporti interpersonali che vogliamo sviluppare o cui vogliamo dedicare più tempo, salute ed attività fisica
Nel terzo quadrante scrivi le cose urgenti ma non importanti;
E’ chiamato il quadrante dell’”inganno”
A volte questo quadrante è riempito più degli altri quando stiamo dedicando troppo tempo ai compiti che altri ci richiedono trascurando le nostre urgenze e necessità.
Ad esempio: Telefonate/mail non importanti che interrompono quello che stai facendo, in generale attività richieste da altri nelle quali non vediamo alcun vantaggio ma cha facciamo con urgenza per gli altri
Nel quarto quadrante scrivi le cose non urgenti e non importanti;
E’ chiamato il quadrante delle “sprecoi”
Di solito quando questo quadrante è troppo pieno terminiamo la giornata con un senso di noia e incompiutezza come se avessimo perso tempo.
Ad esempio: Tv , Chat/internet ,lettura, attività che aiutano a svagarci
Dopo aver provato a riempire lo schema prova a vedere quanto tempo dedichi ad attività importanti per il tuo benessere (quadrante 2)…..
Una semplice abitudine per iniziare a migliorare il proprio benessere infatti è quella dedicare maggior tempo ed attenzione allo sviluppo di attività che ricadono dentro questo unico quadrante.
Se sei in una fase di mancanza di motivazione o confusione riordinare e ri-progettare questa area ti aiuta a sperimentare maggior soddisfazione e minore stress nel quotidiano fornendoti una direzione chiara verso la quale TU ritieni importante andare.
E per finire sdrammatizzando una carinissima storiella trovata nel web che rafforza il concetto che sapere gestire il tempo non significa fare più cose possibili ma fare soprattutto le cose che consentono il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo posti…..
“ … Un giorno un agricoltore disse alla moglie: “domani andrò ad arare il campo ovest”.
Il mattino successivo uscì per lubrificare il trattore, ma gli mancava l’olio e andò al negozio a procurarselo. Per strada notò che non era stato dato da mangiare ai maiali. Si diresse verso il silos per prendere il granoturco.
Là vide dei sacchi che gli ricordarono che c’era bisogno di mettere le patate a germogliare. Si avviò verso la buca delle patate e per strada scorse il deposito della legna e si ricordò che prima aveva promesso di portarne un po’ a casa.
Prima però doveva tagliarla e aveva lasciato l’accetta nel pollaio.
Andando a cercare l’accetta incontrò sua moglie che dava da mangiare alle galline e sorpresa lei gli chiese: “Hai già finito di arare?”
“Finito?” gridò l’agricoltore “Non ho nemmeno cominciato!”….”