Quando si parla di sviluppo, spesso si pensa allo sviluppo fisico, per esempio al peso che un bambino acquista col trascorrere del tempo, alla crescita dei suoi primi dentini e poi alla perdita dell’aspetto infantile …
Tuttavia, lo sviluppo riguarda anche l’aspetto mentale. Di questo siamo ben consapevoli durante le fasi iniziali dell’infanzia quando il bambino impara a camminare e a parlare, quando il ragazzino apprende a leggere e a scrivere e poi lo studente si specializza in una particolare disciplina all’università, o quando l’apprendista acquisisce nuove abilità nel suo lavoro.
Quello che però tendiamo a notare di meno è la crescita a livello sociale, come per esempio l’apprendimento delle convenienze in pubblico, la capacità di stringere nuove amicizie, l’abilità nel rivestire diversi ruoli e posizioni, per esempio passare dal ruolo di marito a quello di padre, e la capacità di risolvere vari problemi, come vincere lo stress, sopportare le malattie, far fronte alle preoccupazioni finanziarie o ai turbamenti nella vita di relazione.
Di solito diamo più o meno per scontati tutti i gradi di sviluppo riguardanti la sfera educativa perché essi sono patrimonio comune alla maggior parte delle persone. Nel momento in cui finiamo la scuola o l’università abbiamo passato dai dieci ai quindici anni nel tentativo di migliorare le nostre conoscenze e di ottenere una qualifica per il futuro lavoro, magari per scoprire, quando si tratta di mettere in pratica ciò che abbiamo imparato, che le nozioni teoriche apprese non si traducono immediatamente in abilità concrete.
Il processo di apprendimento deve continuare, e questa volta si dovrà basare sull’esperienza quotidiana. Alla fine, però, raggiungiamo il punto in cui possediamo completamente il nostro lavoro e siamo in grado di far fronte agli imprevisti e di risolvere i problemi piuttosto bene, in cui possiamo permetterci di rilassarci e goderci la realtà di avercela fatta professionalmente, un sentimento veramente appagante.
Purtroppo, è a questo punto che spesso si arresta il processo di apprendimento e quindi lo sviluppo. Dopo alcuni anni si instaura la routine e cominciamo a perdere la capacità e perfino la voglia di esplorare nuovi spazi. La vita sarà allora piena di giornate in cui si lavora dalle nove alle cinque e poi si cena davanti alla televisione, oppure di giornate composte di quattordici ore di lavoro a badare ai figli, per appisolarsi poi davanti alla TV.
Ci siamo “sistemati”, la vita comincia a correre su un certo binario e quando ci troviamo davanti a uno svincolo scegliamo la via più comoda. Non affrontiamo più nuove sfide. Di conseguenza diventiamo rigidi e meno capaci di risolvere i problemi, e più evitiamo nuove e forse difficili situazioni meno facciamo esperienza nell’affrontarle e sempre meno fiducia avremo per avventurarci in nuovi tentativi. A prima vista, evitare di farsi coinvolgere in nuove situazioni potrebbe sembrare la scelta più sicura, ma alla lunga si perdono i vantaggi derivanti da situazioni divertenti ed eccitanti.
Stessa cosa per quanto riguarda i possibili traumi subiti per precoci mancanza affettive; è vero che questi eventi soprattutto se vissuti nella prima infanzia producono effetti profondi su un individuo, ma questo non vuol dire che un trauma debba condizionare tutta la vita. Se quando eravamno piccoli non abbiamo avuto amore e affetto, questo non significa che non possiamo assicurarceli per la nostra vita adulta; se da bambini siamo stati tristi e scontenti, non è detto che non possiamo diventare adulti felici.
Superare eventi traumatici può essere difficile e in certi casi è necessario un aiuto esterno, ma è comunque possibile farcela. I mezzi per l’autorealizzazione e per il successo personale sono nelle nostre mani.
Ci vuole coraggio per lavorare per la propria felicità, perché questo significa assumersi i rischi insiti nella ricerca di nuove strade e imparare nuove cose su se stessi e sulla propria vita affettiva, e occorre tenacia per proseguire su una strada nuova senza rinunciare di fronte al primo ostacolo.
Di solito, i mutamenti non avvengono mai all’improvviso, per cui abbiamo abbastanza tempo per adattarci gradualmente mentre si presentano.
Attorno a noi tutto cambia continuamente e siamo noi a doverci adattare creativamente, quindi perché non apportare quei mutamenti che andranno a nostro beneficio? Possiamo definire i nostri obiettivi personali e impegnarci per raggiungerli: questo ci garantirà la crescita progressiva e uno sviluppo continuo, al di là di ogni scadenza biologica….