“Le tue credenze diventano i tuoi pensieri
I tuoi pensieri diventano le tue parole.
Le tue parole diventano le tue azioni.
Le tue azioni diventano le tue abitudini.
Le tue abitudini diventano i tuoi valori.
I tuoi valori diventano il tuo destino”
Mahatma Gandhi
Vorrei riprendere un post in cui ho trattato questo argomento, ampliandone un po’ i concetti.
Non è banale interrompere il corso dei pensieri. Ne sa qualcosa chi si accosta per la prima volta alla pratica della meditazione. Provate a fermarvi un attimo e cercate di non pensare a nulla.
La tecnica consiste nel mettersi in una posizione comoda, lontano da possibili fonti di distrazione. A questo punto si applica il respiro consapevole, contando mentalmente le inspirazioni e le espirazioni, senza forzarle. Capita che tra un respiro e l’altro vengano alla mente le cose più strane: il lavoro che deve essere completato per domani, le chiavi dimenticate nella serratura, la bolletta del telefono da pagare …
I maestri insegnano a non opporsi al flusso naturale dei pensieri, ma ad accettarne il fluire come fossero rondini di passaggio. Occorre molto esercizio e anche una buona dose di umiltà e di pazienza per riuscire a spegnere, non fosse che per pochi minuti, il chiacchiericcio che di continuo si sviluppa dentro di noi, il cosiddetto “dialogo interno”.
Quando per esempio diciamo a noi stessi: “Uffa, un’altra giornata da dimenticare!” oppure “ che simpatica persona che ho incontrato oggi”, tutto questo è dialogo interno. Ma se è vero che parliamo continuamente con noi stessi, che cosa ci raccontiamo e, soprattutto, tutte queste chiacchiere ci fanno sempre bene?
Il fatto è che il dialogo interno non è tutto farina del nostro sacco, ma rappresenta i nostri “maestri interiori”, ricorda cioè quelle voci che ci hanno accompagnato negli anni della nostra formazione e che ci hanno inculcato principi e regole di vita potenzianti o limitanti, a seconda dei casi. Gli adulti di riferimento (genitori, nonni, insegnanti) ci hanno trasmesso, nel corso della nostra crescita, tutto ciò che reputavano essere per il “nostro bene”. Con le migliori intenzioni, insieme ad alcuni programmi educativi utili per vivere, spesso ci sono tramandati anche dei veri e propri killer personali. Le critiche distruttive che ci furono rivolte in passato quasi sempre hanno poi il potere di trasformarsi in etichette alle quali abbiamo finito per uniformarci.
Se, per esempio, ci hanno continuato a ripetere che avevamo un pessimo carattere, probabilmente si siamo rassegnati a “dover” litigare con tutti. Oppure ci sono state inculcate, sempre per il nostro bene, convinzioni limitanti da cui trae origine un dialogo interno negativo.
Ecco a titolo di esempio, alcune frasi autolesioniste di cui le persone si servono, con risultati facilmente prevedibili:
Non ci posso fare niente!!
Tanto non ci riesco!!
E’ impossibile!!
Non ce la farò mai !!
Io sono fatta così!!
Non fa per me!!
Mi hai fatto sentire una stupida!!
Che posso farci se sono giù!!
Tanto non cambierò mai!!
Nell’educazione, si usano, tradizionalmente, più rimproveri che incoraggiamenti, si preferiscono le critiche agli apprezzamenti e, come se ciò non bastasse, si ritiene che tutto questo sia “buona educazione”.
Se, distrattamente rovescio un bicchiere di vino sulla tovaglia pulita, può darsi che la mia prima reazione sia dire a me stessa “Come faccio ad essere così stupida?”. Ecco un esempio di dialogo interno che contiene una critica distruttiva, probabilmente la stessa che mi veniva rivolta quando ero ragazza.
Il prevalere della negatività, delle convinzioni limitanti,della paura è causa di malessere. Se, d’altra parte, è così naturale usare un dialogo interno negativo, come possiamo difenderci?
Poiché il dialogo interno non è un processo inconscio, è relativamente facile prenderne atto: possiamo facilmente ascoltare la vocina interna e registrare ciò che dice, senza giudicarla, come se scattassimo una fotografia e poi la osservassimo in ogni suo dettaglio. Registrare il dialogo interno ci permetterà infatti di migliorarlo. Chi è gentile con gli altri lo è, prima di tutto verso se stesso. Viceversa, le persone arroganti hanno quasi sempre un cattivo rapporto verso la propria persona: decisamente non si amano!!!
Il dialogo interno, come abbiamo visto, fa uso del linguaggio e questo è tanto più efficace quanto più fa uso di espressioni positive e potenzianti.
E’ importante usare frasi positive, perché l’inconscio non coglie le negazioni, è suggestionato solo dalla parola che evoca proprio ciò che vorremmo evitare.
Dire a se stessi “Non devo assolutamente commettere errori” equivale a dire “Devo assolutamente commettere errori”. Questo invito viene così registrato nell’inconscio e il genio della lampada, si sa, obbedisce a modo suo a questo genere di comandi.
E’ meglio anche evitare l’uso abituale di termini totalizzanti come mai, sempre, terribile, allucinante, anche se talvolta queste espressioni vengono usate in senso ironico. Il fatto è che diventano facilmente un’abitudine e influenzano negativamente l’emisfero destro del cervello.
Viceversa è ormai noto che il pensiero positivo favorisca il successo. Non si tratta di indossare una maschera sorridente o di recitare una parte in una commedia senza fine. Non posso dire “che bella giornata!” dopo che ho forato una gomma in autostrada, ho aspettato il carro attrezzi per due ore sotto il sole cocente e dopo un’attesa interminabile ho pure pagato un conto salatissimo. Non solo suonerebbe falso, ma sarebbe addirittura un insulto alla mia intelligenza.
Il pensiero positivo autentico deve basarsi su elementi reali e nasce soprattutto dall’assunzione di responsabilità: posso cambiare le cose e, se non lo posso fare, posso almeno cambiare atteggiamento e vedere come trasformare al meglio la situazione o come risolvere un problema.
Per questo è così importante imparare a gestire il proprio dialogo interno, trasformando le convinzioni limitanti in potenzianti con pazienza e fiducia ……
….. e non è ancora finito …. se ti è piaciuto o interessato l’argomento continua a seguirmi nel prossimo post ….