“Noia: il desiderio di desideri… ” Lev Tolstoj
La noia è una esperienza emozionale, o meglio esistenziale, che sconfina a volte nella malinconia. Nell’una e nell’altra si ha la dissociazione fra il tempo interiore (Kairos) e il tempo della clessidra (Kronos); nel senso che quest’ultimo cammina e avanza e l’altro invece inciampa e si arresta.
In ogni caso, nella noia il tempo vissuto (ossia l’esperienza soggettiva del tempo) è divorato dal presente ma non sprofonda nella voragine del passato.
Non c’è una sola forma di noia ma ce ne sono molte: ci sono forme leggere e profonde, motivate e immotivate, prevedibile e imprevedibili, visibili e invisibili; ci sono forme di noia che ci portano a meditare sul senso della vita e altre che ci immergono nel vuoto e nel nonsenso della vita.
L’esperienza della noia è una caratteristica che troviamo molto spesso nel mondo adolescenziale. L’elemento, che più abitualmente contrassegna la vita emotiva dell’adolescente che si annoia, è l’indifferenza.
Indifferenza emozionale che lo induce a negare valore e significato alle persone e alle situazioni e indifferenza etica che lo porta a non distinguere il bene dal male.
Dalla noia e dall’ansia di uscirne nasce la condizione di eccitamento momentaneo che, spesso nella modalità adolescenziale d vita, inducono i ragazzi ad azioni aggressive nei confronti degli altri e di se stessi, alla guida selvaggia di automobili e con frequenza sempre maggiore all’assunzione di sostanze alcoliche o stupefacenti.
Ma al di là di questi gesti, una vita emozionale immersa nella noia si fa arida togliendo lo slancio vitale necessario all’evoluzione e al benessere. Allora come è possibile vivere una vita dotata di senso quando le emozioni hanno perso la loro spontaneità? Il luogo eletto nel quale far vivere queste ambivalenze emozionali e relazionali diventa internet che coinvolge non solo la giovane popolazione “annoiata” ma anche quella adulta.
Vediamo, infatti, che molto spesso internet non viene utilizzato come strumento di conoscenza, una finestra sul mondo , bensì diventa il principale mezzo per mettersi in “relazione” con l’altro da una distanza che protegge da ogni coinvolgimento senso-emozionale.
Dalla noia può allora nascere una vera e propria dipendenza da interne nella quale si conosce stando fermi, si stabiliscono contatti senza entrare in contatto, si provano sensazioni senza vicinanza umana.
I contesti emozionali delle famiglie, nelle quali crescono adolescenti divorati dalla noia, sono non di rado contraddistinti da aridità e da inadeguatezza nelle relazioni, dalla incapacità di ascoltare e dalla mancata volontà di confrontarsi con i problemi interiori dei figli.
La crisi e poi lo smarrire il senso della vita hanno molte radici e una di queste è rappresentata negli adolescenti, ma anche negli adulti, dall’inaridirsi delle emozioni e dal loro naufragare nella noia.
Come dice Galimberti in “L’ospite inquietante”, quello che nella nostra società si avverte sempre di più è la sovrabbondanza di stimoli esterni e la conseguente aridità di comunicazioni che portano all’indifferenza esistenziale.
Quali possono essere le cause della noia, del deserto emozionale, che ne consegue? Uno dei motivi principali è la mancanza di una educazione emotiva famigliare dove gli adolescenti trascorrono il loro tempo con la televisione ed internet sempre accesi. Anche la scuola non è sempre all’altezza nel suo compito di educare alle emozioni oltre che preoccuparsi della maturazione intellettuale dei ragazzi.
Ad accrescere poi il deserto emozionale, così intrecciato alla noia, si aggiunge il fatto che i valori dominanti di oggi sono incentrati sul successo, sulla negazione del dolore, sui soldi e difficilmente indirizzati verso la solidarietà.
Come dice ancora Galimberti, nel deserto della comunicazione emotiva, che da bambini non ci è arrivata, da adolescenti non abbiamo incontrato, e da adulti ci hanno insegnato a controllare, crescono un individualismo esasperato, e insieme una grande difficoltà ad una riflessione interiore che consenta di creare relazioni autentiche.
Così non si sa più mettere in contatto il cuore con la mente, la mente con il comportamento e il comportamento con le risonanze emozionale che gli avvenimenti destano nel cuore…….
__________________________
liberametne tratto da:
E.Borgna “Il tempo e la vita” ed. Mondadori